Cancro, in Lombardia 174 nuovi casi al giorno

Quasi un lombardo su 4 fuma, piu di uno su 5 beve, il 27,9% è in sovrappeso e l’8,2% obeso

L’Istituto nazionale dei tumori

L’Istituto nazionale dei tumori

Milano, 20 aprile 2018 - L'anno scorso in Lombardia sono state stimate 63.700 diagnosi di tumore: più di 174 al giorno. Ma, come in tutte le regioni del Nord, se l’incidenza (i casi scoperti) è superiore al Sud, è più alta anche la sopravvivenza: il 60,4% a cinque anni dalla diagnosi, 63% per le donne e 54% gli uomini. In Lombardia vive oltre mezzo milione di persone (564.723 stimate al 2015) che hanno avuto il cancro, spiega Giordano Beretta, presidente eletto dell’Aiom, Associazione italiana di oncologia medica che ha fatto tappa a Palazzo Lombardia col rapporto sui numeri del cancro realizzato ogni anno con Airtum, l’associazione dei registri tumori. E avverte che se la «prevalenza» ci dice che il male è sempre meno incurabile, occorre tuttavia affrontare «problemi di gestione» per prendersi cura di chi è guarito e di chi è riuscito a «cronicizzare» la malattia. Che comunque uccide più di 30 mila persone l’anno in Lombardia (30.342 l’ultima rilevazione Istat al 2014). Il big killer è il tumore del polmone (5.732 vittime nel 2014, 7.200 diagnosi nel 2017 di cui 2.250 a donne, a 5 anni sopravvive il 18%), poi c’è il colon-retto con 2.888 decessi ma a fronte di 8.600 diagnosi.

Più diffuso è solo il cancro al seno di cui sono morte 2.292 persone nel 2014, ma se ne sono ammalate 8.950 nel 2017 e 134.187 vivono post diagnosi in Lombardia: la sopravvivenza è dell’87%, uguale a quella dal melanoma (2.650 casi l’anno scorso) e inferiore solo al 93% del tumore alla prostata (5.700 ammalati nel 2017). Per il cancro al fegato, la sopravvivenza in Lombardia è la più alta d’Italia. La capacità del cancro di uccidere, osserva Beretta, in un’Italia in cui il sistema sanitario universalistico sconta nei fatti inaccettabili differenze regionali, non dipende solo dalla mancanza di cure, ma anche da «problemi organizzativi che le rendono indisponibili». È il caso dei tumori rari (89mila diagnosi l’anno, 14.500 in Lombardia, 55% di sopravvivenza a 5 anni) e la nostra Regione, sottolinea l’assessore al Welfare Giulio Gallera, con l’Istituto dei tumori ha giocato da playmaker nella creazione della rete nazionale, così come nell’istituzione dei registri dei tumori. L’adesione allo screening, aggiunge il coordinatore regionale dell’Aiom Marco Danova, qui supera il 60%, con mammografia annuale per le donne dai 45 ai 49 anni e biennale fino a 70, pap test ogni 3 anni dai 25 ai 33 poi HpvDna test ogni 4 fino ai 64, il 70% delle 12enni vaccinata dal papilloma virus.

E però quasi un lombardo su 4 fuma, piu di uno su 5 beve, il 27,9% è in sovrappeso e l’8,2% obeso. «Il 40% dei tumori si può prevenire», insiste Beretta, e si deve perché «174 diagnosi al giorno - sottolinea Paolo Contiero dell’Airtum - sono un carico enorme sul servizio sanitario». I farmaci, sempre più efficaci, in 10 anni hanno fatto salire i costi medi di una terapia da centinaia a decine di migliaia di euro. «Ridurre il numero di malati e intercettarli prima - chiosa Beretta - è fondamentale per la sostenibilità di un sistema che curi tutti».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro