MARIO CONSANI
Cronaca

Cade e 'perde' il pacemaker, chiesto il processo per tre

Un lato era senza sponda. Gli elettrodi si sono staccati

Il San Raffaele dove il 77 enne è morto nel luglio del 2016

Milano, 20 agosto 2017 - Era in attesa di un intervento di rimozione del suo pacemaker. Ricoverato all’ospedale San Raffaele, aveva addosso alcuni elettrodi collegati a un pacemaker esterno provvisorio. Nel suo letto, però, la spondina c’era solo da un lato. Così quando una sera il paziente 77enne si sbilanciò dall’altra parte, la caduta fece staccare i fili, la stimolazione cardiaca si arrestò e la morte giunse quasi immediata.

Successe a metà luglio di un anno fa e ora la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di tre persone: l’infermiera che si doveva preoccupare dell’assistenza al paziente, il medico di guardia quella sera e il primario di Cardiochirurgia. Ciascuno nel proprio ruolo, avrebbero omesso di ordinare o adottare misure idonee a prevenire la caduta accidentale di quel paziente ricoverato con patologia a rischio vita.

Il processo riguarderà naturalmente il problema di dove possa e debba essere fissato il limite dell’attenzione possibile, nell’assistenza dei pazienti a rischio anche in un grande e stimato ospedale come il San Raffaele. Nel caso dello sfortunato 77enne, per esempio, la spondina era stata posizionata nel letto soltanto sul lato destro, mentre su quello sinistro era sto collocato un tavolino a rotelle per agevolare le esigenze personali del malato. Una sera, poco prima delle undici, per qualche motivo che non è stato possibile ricostruire, l’uomo perse l’equilibrio e cadde a terra precipitando proprio dal lato senza sponda. Sfortuna volle anche che a causa di quella caduta e del peso del corpo, due dei tre fili degli elettrodi si staccassero facendo venir meno, di fatto, la stimolazione del pacemaker. Quando l’infermiera se ne accorse, era già troppo tardi. All’arresto cardiaco era seguita la morte in pratica immediata. Toccherà ora al giudice stabilire se il peso della fatalità, in questo caso, potesse essere adeguatamente contrastato da un’attenzione ulteriore alla sicurezza nell’assistenza del malato. Se la doppia sponda del letto, nel caso di pazienti ad alto rischio, dovesse essere ritenuta necessaria.