Buccinasco, sindaco contro Klaus Davi. E la polemica finisce in tribunale

La vicenda risale nel 2017

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Klaus Davi lo aveva dato per certo: "Ci vedremo in tribunale", aveva tuonato contro il sindaco di centrosinistra Rino Pruiti, accusato dal massmediologo di "usare mezzucci per difendere la ‘ndrangheta e allearsi coi mafiosi". Parole pesanti che non erano piaciute a Pruiti, il quale aveva querelato per diffamazione. E ora, come previsto da Davi, dovranno vedersela davanti a un giudice. La vicenda inizia nel 2017: Rocco Papalia esce dopo 26 anni di carcere per sequestri, droga, associazione, omicidio. Torna nella sua città il boss che, con i fratelli e ai fedelissimi alleati alla ‘ndrina, hanno scritto le pagine nere di Buccinasco. Pruiti non lo accoglie a braccia aperte, anzi, gli dice subito che deve chiedere scusa alla città e alle vittime dei sequestri. Ma l’invito non viene colto. Pochi giorni dopo compaiono in città dei manifesti con il volto di Papalia trasformato in “drag queen”. A posizionarli, il massmediologo Klaus Davi che ha fatto della lotta alla ‘ndrangheta una personale bandiera, tanto da candidarsi (non eletto) a sindaco di Reggio Calabria. "Una provocazione per scardinare l’ultimo tabù rimasto alla ‘ndrangheta: la virilità", aveva spiegato al Giorno Davi. Ma le affissioni non erano piaciute al sindaco, non tanto per la provocazione ma perché "non ha rispettato la legge. L’antimafia si fa partendo dal rispetto della legalità e le regole devono valere per tutti". I cartelloni non potevano essere posizionati e, così, è scattata la multa di circa 500 euro per Davi. La sanzione ha scatenato una reazione di rabbia: "Un atteggiamento intimidatorio – aveva replicato il massmediologo, anche con un post su Facebook –, mi fa più paura dei mafiosi. Mi hanno multato perché ho offeso il boss". Quindi, oltre alla multa per affissioni (pagata), Davi si era beccato anche una querela per diffamazione perché "ha offeso l’immagine del Comune". Nonostante il passo indietro e il tentativo del giornalista di inquadrare le parole dette come una "cattiva interpretazione", il procedimento penale, iniziato nel 2019, è andato avanti. Le due parti avrebbero dovuto incontrarsi in tribunale lo scorso anno ma tutto si è fermato causa Covid. Finalmente c’è una data: il 18 giugno Pruiti e Davi se la vedranno davanti al giudice. "Rimaniamo dell’idea che le regole debbano valere per tutti – commenta il sindaco –. Diffamanti e inaccettabili le affermazioni di Davi. La nostra comunità è stata offesa per aver fatto rispettare la legge: inaccettabile". Francesca Grillo

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