Bresso, minacce e botte alla ditta rivale: arrestati padre e figli

Picchiati i dipendenti di un'impresa di tinteggiatura e pulizia che aveva presentato un preventivo più basso

Il commissariato della polizia di Sesto San Giovanni

Il commissariato della polizia di Sesto San Giovanni

Bresso (Milano), 29 ottobre 2018 - Hanno ritenuto che fosse un affronto il preventivo che una ditta concorrente aveva presentato per dei lavori di tinteggiatura e pulizia nello stabile in via Manzoni a Bresso dove risiedevano. Tre uomini, padre e due figli di origine albanese proprietari di un'azienda familiare nello stesso settore, hanno quindi iniziato a intimidire con minacce verbali e fisiche i dipendenti della ditta Luxor di Sesto San Giovanni, gestita da un cittadino italo-egiziano con alle dipendenze dei cittadini egiziani. Gli agenti del commissariato di Sesto San Giovanni hanno così eseguito tre ordinanze, due a Bresso e una Muggiò, di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Milano Manuela Accurso Tagano nei confronti del padre 56enne e dei due figni di 23 e 29 anni.

La vicenda era iniziata lo scorso maggio quando il capofamiglia aveva intimato al titolare della ditta Luxor di ritirare il preventivo o avrebbe fatto picchiare dai due figli uno dei suoi dipendenti. Una minaccia che aveva avuto seguito qualche giorno dopo quando all'interno di un bar di Bresso, il minore dei due fratelli si era scagliato contro un dipendente 23enne della Luxor. Lo aveva prima colpito con un bicchiere sfregiandogli la guancia e lo aveva preso poi a calci e pugni. Erano seguite altre intimidazioni in cui in più occasioni gli albanesi avevano mimato il gesto del taglio della gola agli egiziani.

La prima denuncia era stata fatta a fine giugno e ne erano seguite altre due. Uno era stata sporta a seguito di una delle minacce più gravi. Il 18 settembre gli albanesi si erano avvicinati a due operai della Luxor che stavano lavorando nello stabile di via Manzoni brandendo una pistola, che si rivelerà essere poi una copia-giocattolo. Uno dei due era riuscito a scappare mentre il collega era stato picchiato dai due fratelli. La sera stessa le vittime con il titolare erano andate in caserma, ma quando erano uscite si erano trovati davanti il padre e due figli albanesi che li avevano inseguiti costringendo gli egiziani a rifugiarsi nuovamente dai carabinieri. Settimana scorsa Daniele Barberi, dirigente del commissariato di via Fiume a Sesto, ha consegnato gli atti dell'indagine svolta dai suoi uomini al pm Paola Biondolillo della direzione distrettuale antimafia che il 23 ottobre ha fatto richiesta e ottenuto nel tempo record di 48 ore il provvedimento dal gip per eseguire le misure di custodia cautelare per i tre indagati, ora in carcere a San Vittore, accusati di estorsione aggravata in concorso e lesioni gravissime.

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