L'arte diventa cura, i capolavori di Brera tappezzano l’Humanitas di Rozzano

Il progetto “Brera in Humanitas” porta 23 dettagli tratti da 15 capolavori della Pinacoteca nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale

Progetto "Brera in Humanitas" all'ospedale di Rozzano

Progetto "Brera in Humanitas" all'ospedale di Rozzano

Rozzano (Milano), 23 marzo 2023 - "Museo non è un sostantivo ma un verbo: museare": una frase, ironica, citata da James M. Bradburne direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense che racchiude il progetto "Brera in Humanitas" presentato ieri presso il centro congressi della clinica rozzanese. L'arte come cura che entra nell'ospedale. Non in forma di quadri, ma ingrandimenti a tutta parete di dettagli selezionati con cura, per vivere l’ospedale in modo diverso e sperimentare un’immersione nella bellezza. Raffaello, Hayez, Lotto, Piero della Francesca: così i capolavori dei maestri della Pinacoteca di Brera escono dal Museo per entrare in Humanitas a beneficio di pazienti e del personale sanitario. In un luogo di forti emozioni quale è l’ospedale, l’arte ha un’energia dirompente. Ancora di più se avvolge i pazienti con figure a grandezza naturale e paesaggi in cui perdersi, come in un sogno. “Brera in Humanitas” porta 23 dettagli tratti da 15 capolavori della Pinacoteca nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale. Ci si può accomodare in sala d’attesa prima del ricovero e trovarsi nel giardino di “Un dopo pranzo”, sotto lo sguardo calmo delle donne ritratte dal Lega. Oppure prepararsi alla seduta di Chemioterapia in 40 metri quadri di giardino ricolmo di zucche, in compagnia della “Fruttivendola” del Campi. E ancora riposare tra le pennellate azzurre di Raffaello, all’ombra del tempio dello “Sposalizio della Vergine” su 12 metri di parete nell’area Check Up. O camminare verso gli spogliatoi degli infermieri, al piano interrato dell’ospedale, lungo 23 metri di boschi e i campanili dei panorami lombardi del Bellotto. E come nel caso del “Vaso di fiori” di Hayez che ricorda il gesto di un infermiere che sistema la flebo a un paziente, ammirare in esclusiva l'opera nella sala d’attesa della Senologia di Humanitas non essendo attualmente esposto in Pinacoteca. “Siamo grati a Pinacoteca di Brera e ad Amici di Brera per aver partecipato con entusiasmo a questo progetto unico al mondo – ha spiegato Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas –. Un esempio di collaborazione tra due grandi istituzioni, fortemente radicate sul territorio ma con una chiara vocazione internazionale. Un’esperienza innovativa la cui filosofia è condivisa a livello mondiale da centri di ricerca e cura come Cleveland Clinic. Gli ospedali, infatti, sono un crocevia di bisogni, nodo vitale di competenze ed esperienze, dove il linguaggio della cura resta umano e si intreccia con l’innovazione tecnologica: qui l’arte e la bellezza diventano fattore di contatto tra le persone, di benessere e riflessione per pazienti e professionisti. La Bellezza è nel DNA di Humanitas fin dalla nascita a partire dalle scelte architettoniche, dei materiali e dei colori per gli ambienti interni. “Brera in Humanitas” rende ancora più vero il legame tra cura e bellezza per le 11mila persone, tra professionisti della salute, pazienti e accompagnatori, che ogni giorno vivono il nostro ospedale e il Campus”. Per James M. Bradburne direttore della Pinacoteca di Brera “Questa iniziativa fa la differenza per chi lavora, per chi è in visita a parenti o amici o per chi è in cura, contribuendo a rendere l'esperienza ospedaliera meno preoccupante e più rassicurante. Non tutti possono sempre venire in Museo, ma Brera è con voi quando ne avete più bisogno". Infine Alessandra Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli, che ha dato avvio al progetto nel 2021: “Abbiamo selezionato 23 dettagli tratti dai dipinti della collezione di Brera trasformandoli in straordinari ingrandimenti che rivestono le pareti dell’ospedale mostrando gesti, sguardi, paesaggi che con la loro bellezza diventano sostegno per i pazienti e per chi lavora in ospedale. Un percorso avviato a novembre 2021 costruito con cura attraverso incontri, riflessioni, analisi dei dettagli e sopralluoghi nei reparti. Sono molto soddisfatta di questo percorso e del risultato finale e sono certa che queste immagini arriveranno direttamente all’anima di tutti”,

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