Milano, padre scende in campo a fine match: insulti e un pugno al ragazzo di colore

Partita giovanile con una squadra di Melzo: parolacce e botte a un calciatore diciassettenne

Nicola Mattera, top manager del Melzo Calcio, la squadra cui appartiene il diciassettenne

Nicola Mattera, top manager del Melzo Calcio, la squadra cui appartiene il diciassettenne

Milano, 3 novembre 2019 - «Negro di m...» , gli insulti dagli spalti prima, e un pugno in pieno volto a fine partita: in ospedale calciatore diciassettenne. Atleta della società dell’hinterland Melzo 1908, origine senegalese, aveva appena disputato con i compagni una partita di campionato a Milano. A colpirlo sarebbe stato il padre di un giovane giocatore avversario, balzato in campo a fine match, durante uno scambio teso fra ragazzi. Un esposto contro ignoti è stato presentato ai carabinieri di Gorgonzola. Ma sul posto, a Milano, erano già intervenuti anche gli uomini del Commissariato di via Mecenate. E una denuncia per lesioni, aggravata dalla matrice razzista, sarebbe già pronta. Per il calcio giovanile, serata da dimenticare. «Per l’aggressione finale e per gli insulti razzisti anche durante la partita. Una ennesima brutta pagina». È stata la dirigenza dell’Us Melzo 1908, ieri, a rendere pubblico quanto avvenuto sabato sera a Milano, sul campo del Cea Milano in viale Ungheria. In campo la squadra padrona di casa e gli ospiti del Melzo, per una partita del Campionato Csi di categoria Top Juniores. Partita tesa sul fronte agonistico, già sporcata «da insulti di ogni genere, soprattutto all’indirizzo di questo ragazzo – così Nicola Mattera, top manager del Melzo – che abbiamo sentito piovere dagli spalti. Mi vergogno anche a ripeterli. “Negro di m...”, “Scimmia” i più riferibili».

Nessuna interruzione . In campo, tensione alle stelle. L’allenatore della squadra ospite, Carlo Scozzafava, impegnato a mantenere la calma fra i ragazzi. «Eravamo la squadra ospite – così Mattera – e abbiamo cercato di abbassare i toni. In campo c’era un arbitro, fra l’altro donna. Mi sento di dire che non si è dimostrata all’altezza». I convulsi minuti del fine partita nero su bianco nella denuncia presentata. Un pareggio come risultato finale. Uno scambio molto teso fra ragazzi in campo. E ancora un «negro di m...» all’indirizzo del diciassettenne e di un compagno, anche lui di colore. Il ragazzo avrebbe fatto per dirigersi verso l’avversario che lo aveva insultato. I compagni lo hanno trattenuto. A quel punto, l’incursione in campo dell’uomo, probabilmente il padre del ragazzino che avrebbe profferito l’insulto. E il pugno, sferrato al capo del diciassettenne, fra orecchio e mandibola. Il diciassettenne è rimasto a terra, mentre si scatenava il finimondo. «Abbiamo cercato di evitare che la situazione precipitasse ulteriormente – così Mattera –, soccorso il nostro tesserato e allontanato i ragazzi». Immediata la chiamata alle forze dell’ordine. Sul posto la Volante del Commissariato Mecenate e il personale del 118. Il giovane colpito è stato trasferito al Pronto soccorso del San Raffaele: cinque giorni di prognosi per contusione al volto, al cuoio capelluto e al collo, collare cervicale e riposo. A casa con lui la famiglia. Poche parole da parte del padre: «Non sono cose che devono capitare. Un figlio insulta, e invece di punirlo tu picchi il ragazzo insultato? Speriamo nella legge». Sono amare le parole ufficiali della dirigenza del Melzo Calcio e del manager Mattera, che arrivano in serata. «Spiace davvero per ciò che è accaduto. Un atto da condannare. Ancora una volta, c’è lo sfondo razziale. È inaccettabile. Come società siamo vicini al nostro tesserato e alla famiglia. Abbiamo scelto di denunciare l’episodio e non ci fermiamo. Vogliamo anche dal comitato organizzatore del torneo una netta presa di posizione».  

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