ANDREA GIANNI
Cronaca

Borsa, countdown per l’addio a piazza Affari: ipotesi corso Italia 23 o Porta Nuova

Sotto la lente anche CityLife. Sopralluoghi a Palazzo Mezzanotte ma Euronext potrebbe fare dietrofront: scadenza 16 maggio

La storica sede della Borsa a Palazzo Mezzanotte in piazza Affari

Milano - ​C’era anche CityLife, con le sue torri, fra le zone che sarebbero state sondate per un eventuale trasferimento della Borsa da Palazzo Mezzanotte. L’ipotesi CityLife sembra tramontata mentre, secondo fonti sindacali, ne resterebbero in lizza altre due. La prima è un trasloco dal 2023 nel nuovo "campus urbano" in corso Italia 23, nell’edificio progettato a inizio anni ’60 da Gio Ponti, sede della compagnia assicurativa Allianz fino al 2018 e ora al centro di un imponente progetto di riqualificazione su una superficie di 45mila metri quadrati nel cuore di Milano, destinata a ospitare nuovi uffici. La seconda zona che sarebbe finita sotto la lente è Porta Nuova, dove hanno già trovato casa colossi della finanza. Aree che sarebbero state esplorate sottotraccia nell’eventualità di un addio a piazza Affari, dopo che la società Euronext ha disdetto l’affitto di Palazzo Mezzanotte, storica sede degli scambi azionari del nostro Paese, ancora valido fino alla fine del 2023.

L’altra ipotesi resta quella di una offerta sul tavolo e un accordo con la Camera di commercio di Milano, proprietaria delle mura, che eviterebbe al fotofinish il trasloco dal luogo simbolo della finanza italiana. "Ci auguriamo che Borsa Italiana possa restare a Palazzo Mezzanotte", aveva auspicato nei giorni scorsi Elena Vasco, direttore generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Le carte si scopriranno entro il prossimo 16 maggio, quando scadrà il termine per la presentazione delle offerte nel bando di gara della Camera di Commercio per affittare l’edificio con base d’asta di 6,85 milioni di euro l’anno per un contratto di 6 anni rinnovabile per altri 6. Un primo step è fissato per venerdì prossimo, con il termine per l’invio delle richieste di chiarimenti. Un conto alla rovescia, quindi, nella procedura per l’assegnazione in locazione gestita da Parcam Srl, società partecipata dall’ente camerale. In attesa degli sviluppi, l’ipotesi di un trasferimento della Borsa in altra sede viene definita come "concreta" da fonti sindacali, "non un semplice bluff". Nei giorni scorsi, inoltre, ci sarebbero già stati sopralluoghi a Palazzo Mezzanotte di rappresentanti di possibili partecipanti al bando per affittare lo storico edificio, che sarebbe bisognoso di alcuni lavori di ristrutturazione. Il trasloco in una sede meno prestigiosa ma più economica potrebbe essere incentivato anche dallo smart working di una parte dei dipendenti, che ridurrebbe la necessità di spazi per gli uffici. Alla base della scelta ci sarebbe comunque una "spending review" da parte di Euronext. La Borsa paneuropea che oltre a Milano controlla i listini di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona, Dublino e Oslo punta infatti a tagliare i costi, ritenuti eccessivi per l’affitto del palazzo costruito su progetto dell’architetto Paolo Mezzanotte per riunire in un unico edificio la Borsa Valori e le Borse Merci, inaugurato nel 1932 da Benito Mussolini.

L’edificio, dove fino al 1994 c’era il mercato delle grida, per quasi un secolo è rimasto sempre uguale a se stesso, resistendo a terremoti politici, manifestazioni di piazza e scossoni della finanza. Nel palazzo la Consob presenta la sua relazione annuale, negli anni congressi ed eventi hanno ospitato i potenti di turno, un barometro infallibile per osservare chi scende e chi sale. L’imponente edificio è diventato anche location per sfilate di moda. Davanti, la scultura di Maurizio Cattelan L.O.V.E. scolpita in marmo di Carrara, rappresenta il gesto del “dito medio“ - in verità le altre quattro dita sono mozzate - rivolto come sberleffo allo storico sancta sanctorum della finanza. L’ipotesi di un trasloco non è inedita. Già nel 2009, più di dieci anni fa, si parlava di trattative serrate sul costo dell’affitto fra la Camera di commercio e London Stock Exchange, che all’epoca controllava la Borsa. Trattative terminate con un accordo che, all’epoca, aveva evitato l’addio a piazza Affari.