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Beppe punta sul referendum migranti: "Dimezzare gli anni per la cittadinanza"

Respinge l’astensionismo auspicato dal centrodestra, snobba i quesiti economici – in primis quello per abolire il Jobs Act di renziana...

A sinistra una manifestazione pro-migranti nei pressi di Piazza Duomo

A sinistra una manifestazione pro-migranti nei pressi di Piazza Duomo

Respinge l’astensionismo auspicato dal centrodestra, snobba i quesiti economici – in primis quello per abolire il Jobs Act di renziana memoria – e auspica che venga approvato il referendum che punta a dimezzare da dieci a cinque gli anni necessari per ottenere la cittadinanza italiana per gli stranieri residenti nel Bel Paese. Il sindaco Giuseppe Sala annuncia che, l’8 o il 9 giugno, si recherà alle urne per votare i cinque quesiti referendari frutto dell’iniziativa politica della Cgil. Non sembrano entusiasmarlo i primi quattro quesiti – sui licenziamenti illegittimi; sui licenziamenti e sulla relativa indennità nelle piccole imprese; sull’utilizzo dei contratti a termine; sull’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro – mentre punta i riflettori sul quinto referendum, quello su immigrazione e integrazione, che – come anticipato sopra – chiede il dimezzamento degli anni di legale soggiorno (da dieci anni a cinque) per fare richiesta di cittadinanza italiana.

Ma ecco le parole del primo cittadino, pronunciate ieri mattina durante la presentazione di Piano City: "I referendum? Andrò a votare. La destra spinge per l’astensione? Ognuno fa la sua parte. Io credo che andare a votare, sia per le elezioni che per i referendum, sia un dovere. Poi si può votare sì o no. Quale quesito sarebbe bene fosse approvato? Quello sulla cittadinanza agli immigrati".

Sempre sul fronte dell’immigrazione, il sindaco ha risposto anche alle domande dei cronisti relative al Remigration Summit, l’evento organizzato da movimenti di estrema destra che dovrebbe svolgersi a Busto Arsizio, non più a Milano, il prossimo 17 maggio, che il vicepremier Matteo Salvini auspica non venga vietato. "Al di là del fatto che mi pare che non sarà a Milano e questo mi fa solo piacere – premetto Sala –, il problema non riguarda l’espressione delle idee. In quel summit si parla solo di slogan. Come a suo tempo era uno slogan il “rimanderemo a casa tutti i cittadini immigrati“. Come solo slogan quelli trumpiani. Così non si va da nessuna parte. Non ci sono i presupposti per un dialogo e per qualcosa che porti a soluzioni. Quelli sono solo slogan senza soluzioni. La contromanifestazione? Non sarò a Milano".

M.Min.