GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

"Basta indifferenza: 4 richieste per la disabilità"

Lettera di Confad ai partiti in vista delle elezioni: subito una svolta su caregiver familiari, vita autonoma, inclusione lavorativa e assegno unico

di Giambattista Anastasio

Il giudizio sui tre Governi che hanno scandito l’ultima legislatura non è lusinghiero: per Confad – il “Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità“ – non può esserlo. La campagna elettorale sta riservando ai temi della disabilità lo stesso spazio riservatole dagli esecutivi in questi anni: insufficiente. Ma il Coordinamento non ha intenzione, ovviamente, di rinunciare agli obiettivi che sono alla base della sua missione. Da qui la lettera con la quale Confad lancia alla politica l’ennesima richiesta di collaborazione.

"La legislatura che si avvia a conclusione non è stata affatto positiva per il mondo delle famiglie con disabilità – questo l’incipit –: abbiamo visto l’iter della proposta di legge sui caregiver familiari naufragare nell’indifferenza generale, l’approvazione della legge delega sulle disabilità che di fatto non contiene alcuna misura concreta per le persone con disabilità e che, nell’ attesa di verificare quale sarà la ratio dei decreti attuativi (con la motivata preoccupazione che si fonda su tutto ciò che spesso di negativo si cela dietro alla parola “riordino”) e che non ha nemmeno contemplato la figura dei caregiver familiari, declassati alla generica e frustrante definizione di “chi rappresenta la persona con disabilità”, rinnegando addirittura una terminologia specifica, capace di ricomprendere una categoria, se non anche delineata nei diritti e nelle tutele, almeno giuridicamente riconosciuta. Per non tacere – prosegue Confad – dell’assegno unico universale, annunciato come una riforma epocale, di fatto una inaccettabile ed ingiusta penalizzazione per tante, troppe famiglie con disabilità. Evidente è stata l’ insufficiente attenzione di questi temi da parte dei tre Governi che si sono succeduti, aggravato dall’inconsistenza del Ministero della Disabilità che, per l’ennesima volta, ha dato dimostrazione delle sua sostanziale inutilità. Spesso si dice che sono le persone a dare vita alle cariche che ricoprono. Purtroppo, nel caso del Ministero della Disabilità, l’ennesima delusione".

Nonostante queste premesse, il Coordinamento non molla: "Siamo qui. Insistiamo". E alle forze politiche sottopone quattro punti. "La principale battaglia di Confad è il riconoscimento della figura del caregiver familiare, ossia di chi si prende cura in ambito domestico di un congiunto non autosufficiente, ovvero l’affermazione dei suoi diritti e tutele. Ora si tratta innanzitutto di realizzare ed approvare (così come in tutti gli altri Paesi Europei) una buona e giusta legge che tuteli in modo adeguato i caregiver familiari in materia economica, assicurativa, sanitaria e previdenziale. Secondo: sostenere un’iniziativa che rafforzi l’affermazione dei progetti di vita Indipendente per le persone con disabilità, secondo quanto previsto dalla legge 328 del 2000, dimenticata, inapplicata e, al peggio, colpevolmente osteggiata dalle stesse funzioni amministrative istituzionali. Terzo: provvedere ad una seria verifica dell’applicazione della legge 68 del 1999, sull’inclusione lavorativa delle persone con disabiltà, e procedere con una eventuale riforma che renda davvero concreta l’opportunità di estendere l’inclusione lavorativa alle persone con disabilità. Quarto: sanare l’odiosa penalizzazione ai danni delle famiglie con disabilità che si sono viste decurtare in modo truffaldino l’importo del previgente assegno familiare in favore dell’ assegno unico universale".

"In questa fase di avvio di campagna elettorale rimaniamo inermi dinanzi a tanto marasma ma sempre a disposizione per rappresentare le istanze di civiltà e progresso che renderebbero adulto e responsabile anche il nostro Paese – conclude il Coordinamento nella sua lettera –. Quello che come Confad ci aspettiamo, in definitiva, non si tratta di un immediato e completo assorbimento delle nostre richieste, che pure sarebbe giusto. Ma, quantomeno, di una tensione vera e viva dalla quale ripartire e realizzare, che non sia, come successo fin ora, chiusura e impossibilità di modificazione di un sistema complesso quale quello delle disabilità. Riportare la centralità della persona con disabilità all’interno della politica, fermare la deriva dell’indifferenza".