DAVIDE FALCO
Cronaca

Baranzate, Comune più multietnico d’Italia: "Non sono stranieri, solo bambini"

Il sindaco Luca Elia: "Ogni giorno istituzioni e volontari lavorano insieme per creare una comunità"

Alunni all’uscita dalla primaria dell’istituto comprensivo Gianni Rodari di Baranzate

Alunni all’uscita dalla primaria dell’istituto comprensivo Gianni Rodari di Baranzate

Il vicepremier e segretario federale della Lega Matteo Salvini parla di un tetto del 20 per cento di alunni stranieri per classe. Nell’hinterland di Milano c’è però una realtà che vive quotidianamente l’incontro di bambini e adulti di diverse origini ed etnie.

Stiamo parlando di Baranzate, la città più multietnica d’Italia, con circa 12mila abitanti, di cui più di quattromila di origini straniere, appartenenti a 83 diverse etnie. L’istituto comprensivo Gianni Rodari, in particolare, avrebbe il più alto tasso di alunni stranieri di tutta Italia. Qui il Comune, quanti lavorano nelle scuole, le associazioni del terzo settore e le parrocchie si impegnano quotidianamente perché si crei una vera comunità e nessuno si senta escluso o peggio ancora “sbagliato“ o di serie B.

"Tutti i giorni la scuola e le associazioni lavorano con tutti i bambini, per noi non ci sono differenze – spiega il sindaco di Baranzate Luca Elia –. Inoltre i bambini di sei o sette anni quasi sempre sono nati in Italia e quindi non possono essere considerati che nostri connazionali a tutti gli effetti. Noi non lavoriamo su politiche di integrazione bensì trasversali, che permettono a tutti i bambini di sentirsi alla pari e non diversi solo per i differenti Paesi di origine".

"Chi ragiona per etichette e stereotipi a volte non si rende neppure conto del danno che produce nella psiche dei più giovani, che rischiano di sentirsi “sbagliati“ o “indesiderati“. È molto importante tutelare tutti i bambini, indipendentemente dalle loro origini, creare un ambiente sereno in cui possano crescere e sviluppare i loro talenti e socializzare con tutti i loro coetanei".

"È per questo che Baranzate, città alle porte di una Milano multietnica, vuole preservare gli alunni da commenti e da tematiche che suonano surreali, rispetto a quello che succede realmente sul territorio. Ci sono progetti di sostegno promossi dagli oratori e da associazioni come La Rotonda che ogni giorno si impegnano con attività di socializzazione, progetti ludici e ricreativi e corsi di lingue, per abbattere i muri di diffidenza e pregiudizio che altri sfruttano per raccogliere consensi elettorali. Per i volontari della Rotonda e per tutti noi, ogni quartiere è un luogo di relazione, dove ogni incontro è un’occasione di ascolto e produce risorse per generare comunità". Sul sito dell’associazione si legge che, soprattutto nelle periferie, l’isolamento, la paura, la mancanza di radicamento creano contesti potenzialmente senza identità e progettualità condivise, aggravate poi dalla povertà. "La Rotonda supporta persone e famiglie per far crescere una comunità unita e inclusiva, dove abitare condividendo tempi e spazi di relazione. Abitare, conoscere e condividere sono la strada per andare oltre. Insieme".

"Ogni anno in autunno in via Gorizia si svolge la festa ‘Il mondo nel quartiere’ – spiega ancora il sindaco Elia –: negli stand vengono mostrati con allegria e anche un pizzico di orgoglio prodotti, usi e costumi tipici dei diversi Paesi da cui provengono i cittadini. Abiti, tradizioni e cucine differenti si uniscono come momento di scambio, di crescita, di nuove esperienze tra le persone. La musica e i sorrisi vincono sempre. Non l’odio o le tensioni". "I bambini in classe non si dividono in base alla loro provenienza – conclude Luca Elia –. Sono allegri e tranquilli e anche nei servizi come il pre o il post scuola si trovano insieme a giocare, ridere, scherzare. Sono bambini che già da piccoli parlano almeno due lingue e trovo che questo costituisca un valore aggiunto e non un problema. Vorrei quindi che la si smettesse una volta per tutte con certi discorsi inutili e si lasciasse la giusta spensieratezza ai bambini, perché ne hanno diritto e perché guardano il mondo con occhi diversi dagli adulti", conclude Elia.