Milano, il rapper Baby Gang al Riesame: "Mi accusano perché sono noto"

Giovani rapinati, il suo legale insiste: quella sera era in viaggio per Riccione. "Chi lo ha riconosciuto può esser stato condizionato"

Il rapper Baby Gang, nome d’arte di Zaccaria Mouhib

Il rapper Baby Gang, nome d’arte di Zaccaria Mouhib

Milano, 9 febbraio 2022 - La "notevole esposizione mediatica" del rapper Baby Gang, nome d’arte del ventenne Zaccaria Mouhib, la cui pagina Instagram "è seguita da oltre 600mila follower", "può aver inficiato l’attendibilità dei riconoscimenti fotografici effettuati" dalle due presunte vittime della rapina contestata al cantante. È uno dei punti delle memoria depositata al Tribunale del Riesame dal suo legale, l’avvocato Niccolò Vecchioni, che contesta l’ordinanza con cui il giovane è stato messo in carcere il 20 gennaio, basata su una "analisi probatoria lacunosa", e ha chiesto ai giudici la revoca della misura cautelare.

Nell’atto, la difesa solleva il tema "dell’errore nel riconoscimento". Tra l’altro, le due vittime hanno indicato come altro partecipante al colpo una persona poi risultata "estranea alle indagini". Il rapper, spiega ancora il difensore, è molto noto e tra i suoi follower vi sono "anche le due persone offese" dato che "dagli atti risulta che le stesse hanno esaminato" il suo profilo. La sua immagine in quel periodo campeggiava sui cartelloni pubblicitari a Milano e in sostanza potrebbero essersi lasciati suggestionare. Quella sera, poi, Baby Gang non era a Vignate ma in viaggio "verso Riccione" e comunque, in virtù di contratti discografici, ha avuto lauti compensi e cambiato vita.

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