Amianto alla Scala, assolti quattro ex sindaci di Milano

Il 9 febbraio inizierà il processo per altre cinque persone, che sono state rinviate a giudizio. Tra loro l'ex sovrintendente Carlo Fontana

Lavori all'interno della Scala

Lavori all'interno della Scala

Milano, 30 novembre 2016 - Prosciolti dalle accuse di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime quattro ex sindaci di Milano, Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Giampiero Borghini e Marco Formentini, per la vicenda di alcuni lavoratori morti o che si sono ammalati, secondo l'accusa, per la presenza di amianto al Teatro alla Scala prima delle bonifiche dei locali. La decisione è stata presa oggi dal gup Alessandra Simion. Il 9 febbraio inizierà il processo per altre cinque persone, che sono state rinviate a giudizio. 

I quattro ex sindaci, oggi prosciolti, erano stati indagati in qualità di presidenti del Teatro alla Scala, e quindi, come proprietari, secondo l'accusa, avrebbero avuto una serie di poteri tra cui quello di vigilanza sulla tutela ambientale. Le cinque persone che andranno a processo sono tutti ex direttori, funzionari e un consulente del Teatro alla Scala. Si tratta dell'ex sovrintendente del Piermarini Carlo Fontana, dell'ex direttore tecnico Franco Malgrande, dell'ex capo dell'ufficio tecnico Franco Filighera, dell'ex direttrice degli affari generali Maria Rosaria Samoggia e dell'ex consulente in materia di igiene e sicurezza Giovanni Traina. Le accuse sono di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime e le contestazioni partono dal 1986. Nelle scorse udienze il giudice ha ammesso anche la costituzione come parti civili dei familiari di nove lavoratori morti (tra loro anche Luciana Patelli, cantante lirica) e di un ex fonico che si è ammalato di mesotelioma pleurico, oltre che quelle dell'Agenzia di Tutela della Salute Città Metropolitana di Milano, dell'Inail, del sindacato Cub e dell'Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro.

Secondo il pm Maurizio Ascione, che ha condotto le indagini, gli imputati non avrebbero disposto la rimozione dei manufatti in amianto, del sipario acustico, del materiale in dotazione al reparto prevenzione incendi e di quello degli elettricisti nonostante, nel febbraio 1986, l'allora Usl (ora Asl) ne avesse chiesto la dismissione. E non avrebbero provveduto al censimento, alla bonifica e alla messa al bando della sostanza letale, così come previsto dalla legge del 1992, non impedendo, quindi, che i lavoratori della Scala venissero a contatto con le polveri di amianto disperse nell'aria per via di impianti, macchinari, isolanti temici. Polveri che, in base a una delle consulenze depositate ai pm, si sarebbero liberate addirittura dal movimento in verticale del sipario lungo le funi.

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