Sono circa 51mila, secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, i profughi ucraini accolti in Lombardia. Si tratta del 40% degli oltre 129.600 ucraini arrivati in Italia da quando è scoppiata la guerra. Numeri che, dopo le prime ondate seguite da una fase più tranquilla, potrebbero aumentare. La Regione ha stimato un possibile arrivo di altri 100mila profughi, in fuga dalla guerra e anche dalla crisi economica. "Stiamo cercando di organizzarci prevedendo, sulla base anche delle dichiarazioni che sono arrivate dal Governo – ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana – un eventuale alto numero di persone che fuggiranno dalla guerra, di profughi che cercheranno di trovare un luogo tranquillo dove poter superare questo periodo".
Si assiste, però, anche al rientro di alcuni profughi in Ucraina, nelle regioni che hanno raggiunto una relativa stabilità dopo le prime fasi del conflitto. "Dalle informazioni che abbiamo qui al consolato, posso dire che le persone che sono venute qui con lo scoppio della guerra, alla prima possibilità vogliono e sono pronti a ritornare in Ucraina", ha spiegato nei giorni scorsi Andrii Kartysh, console generale dell’Ucraina a Milano. La maggior parte, donne con bambini o anziani, ha trovato ospitalità nelle case di connazionali. Solo nella Città metropolitana, infatti, vivono stabilmente circa ventimila ucraini. Si tratta del 4% sul totale degli stranieri. Una comunità numerosa, radicata e composta principalmente da donne, che in molti casi lavorano nell’assistenza o nei servizi. Non si fermano, intanto, anche gli arrivi di migranti provenienti da altre parti del mondo, in fuga da povertà e conflitti. Gli ultimi dati del Viminale fotografano la presenza di 10.306 migranti in accoglienza sul territorio lombardo, fra strutture di accoglienza e centri Sai. Si tratta del 12% dei migranti accolti a livello nazionale.
Andrea Gianni
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