Solo 4 aziende su 100 avviano l’alternanza scuola lavoro

E' quanto emerge da un dossier della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi

Studenti in alternanza scuola-lavoro (repertorio)

Studenti in alternanza scuola-lavoro (repertorio)

Milano, 27 febbraio 2022 - Un video-appello contro "le insidie dell’alternanza scuola-lavoro". Un video-appello per mostrare realtà dove i “Pcto“ - come si chiamano ora - funzionano e per chiedere di ripartire da lì, rimettendo mano al sistema e portando il lavoro a scuola. A lanciarlo, rivolgendosi anche al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, è Uil Scuola Lombardia. Che parte dai dati: "Un dossier della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi indica che 13,1 aziende su 100 hanno ospitato persone in stage, contro una media italiana dell’11,4% – fanno i conti dal sindacato –. Solo il 4,2% però ha attuato i percorsi per le competenze professionali". Ad avviarli sono soprattutto industrie alimentari (10,4 per cento), della carta e della stampa (8,5%) e delle materie plastiche (8%). Tra i servizi, spiccano imprese sanitarie, enti di formazione e di consulenza.

«Sono soprattutto realtà di grandi dimensioni ad attivare questi percorsi – evidenziano dalla Uil Scuola, analizzando i dati –. Il 38,8% delle imprese con oltre 250 dipendenti riferisce di averli messi in campo". E mentre gli studenti continuano a scendere in piazza e proseguono le occupazioni a staffetta (undici quelle alle spalle a Milano, venerdì è stato conquistato il liceo Vittorini e ieri sono stati ’liberati’ Volta e Cremona) si torna a chiedere un cambiamento. "Non accettiamo che i ragazzi vengono sfruttati dal mondo del lavoro e dalle aziende per avere maggiore profitto a costo zero – sottolinea Abele Parente, segretario generale Uil Monza e Brianza e segretario regionale Uil Scuola Lombardia –. Vanno accompagnati sì nel mondo del lavoro, siamo per l’alternanza, per un inserimento graduale, ma le regole devono essere cambiate".

Il primo capitolo riguarda la sicurezza, a maggior ragione dopo la morte di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, i due studenti che hanno perso la vita, a un mese di distanza l’uno dall’altro, mentre stavano svolgendo un periodo di formazione in azienda. "Ci siamo proposti di fare venire gli studenti anche da noi o di guidarli in luoghi dove abbiamo un minimo di controllo – spiega Abele Parente –. Abbiamo fatto un corso di formazione a spese nostre, parecchi ragazzi si sono appassionati e si sono iscritti alla piattaforma ’Lavora con noi’ di Lombardia Centro Servizi". Sempre sul fronte della sicurezza, ci sono realtà che fanno scuola: nella “pars construens“ del video-appello il sindacato ricorda il caso dell’Istituto Mapelli di Monza.

Non solo i percorsi di alternanza sono proseguiti anche all’estero (alcuni studenti dell’indirizzo turistico hanno fatto pratica a Fuerteventura e altri di agraria son stati in un’azienda vitivinicola portoghese) ma sono stati organizzati corsi aggiuntivi: "Ci siamo resi conto che in molte aziende che dovrebbero fare percorsi sulla sicurezza per il loro personale e per gli studenti spesso mancava questo aspetto – spiegano i prof del Mapelli –. Siamo subentrati noi. Si accompagnano i ragazzi all’esterno, l’esperienza è fondamentale per ’respirare’ il lavoro, ma abbiamo previsto ore aggiuntive prima della parte pratica, che aumentano negli indirizzi più sensibili, come Agraria, per esempio".

"Le aziende devono essere controllate anche da parte della scuola – concludono nel video-appello della Uil –. Prima di mandare un ragazzo in alternanza bisogna sapere qual è la realtà produttiva e qual è la coscienza che hanno le aziende relativamente alla sicurezza affinché il percorso sia svolto in maniera costruttiva e sicura".  

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