Alloggi e lavoro per chi scappa dalla guerra

Migration

Piero

Porciani*

Vista la grande partecipazione solidale, anche attraverso le autorità consolari ucraine, stanno arrivando beni e medicinali in grande quantità. Il problema principale, però, è quello di collocare le persone che scappano dalla guerra. Si dovrebbe istituire un numero verde, con operatori madrelingua ucraina, affinché possano comunicare le loro esigenze e ottenere informazioni anche se non parlano l’italiano né l’inglese, e questo è quanto proponiamo alle Regioni di realizzare il più presto possibile. Il cittadino ucraino deve, una volta arrivato in Italia, recarsi alla Polizia e segnalare la propria presenza, quindi sottoporsi alle profilassi anti Covid-19. Se non ha documenti, deve recarsi al Consolato ucraino, dove riceverà l’attestazione e la documentazione sanitaria necessaria. La grande quantità di persone facenti parte di questo esodo, comporta senza dubbio il problema della reperibilità di alloggi per ospitarle. È importante che le Regioni costituiscano il cardine dell’operazione di accoglienza, in diretto contatto con la Caritas, la Protezione Civile e le altre organizzazioni, ma con un monitoraggio continuo degli arrivi svolto dalle nostre autorità consolari presenti nei territori di nazioni confinanti con l’Ucraina. Anche perché l’arrivo di queste masse di persone comporta problemi non solo di alloggio, ma anche di assistenza medica, scolarizzazione e poi di assistenza psicologica per quei rifugiati, specie i bambini, che più hanno sofferto la tragica esperienza. La ricerca di un lavoro dovrebbe essere facilitata da sgravi fiscali che lo Stato dovrebbe offrire agli imprenditori che li assumono; ciò permetterebbe un più facile inserimento nel nostro Paese, per chi lo volesse.

*Avvocato

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