Aggressione sul bus, parla l'autista: "Ha rotto il vetro, poi mi ha pestato"

Il dipendente Atm racconta: "Mai successo in 30 anni di guida"

Il bus danneggiato e l'autista aggredito (foto da Facebook)

Il bus danneggiato e l'autista aggredito (foto da Facebook)

Milano,16 giugno 2019 – È stato assunto da Atm nel settembre del 1988, e assicura che in più di trent’anni di carriera non gli era mai capitata una cosa del genere. Eppure Massimo Matrone, 55 anni, ne ha guidate di linee ritenute meno sicure di altre: basti dire che per quasi un quarto di secolo è stato al volante dei filobus che percorrono quotidianamente le tratte della 90-91. «In altre occasioni – racconta al Giorno – ero sempre riuscito a cavarmela, evitando di reagire a insulti e provocazioni, ma stavolta è andata in un altro modo». Ieri notte Matrone, al volante di un bus della 95, è stato preso a pugni da un passeggero ubriaco, un cileno di 39 anni poi denunciato dalla polizia per lesioni, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. L’aggressore ha prima infranto il vetro lato cabina guida con una bottiglia di vetro e poi ha colpito il conducente con un cazzotto al volto, provocandogli un grosso ematoma sotto l’occhio destro che dovrebbe riassorbirsi nel giro di 15 giorni (è la prognosi con la quale è stato dimesso ieri pomeriggio dal Fatebenefratelli).

Signor Matrone, ci spieghi com’è andata?

«Poco prima di mezzanotte, è salito a bordo un uomo alla fermata di via Ripamonti. Ha iniziato subito a infastidire gli altri passeggeri, camminando su e giù. A un certo punto, ho sentito un rumore metallico e ho pensato che avesse sbattuto la bottiglia che aveva in mano contro la struttura in ferro che sostiene i sedili».

Cos’ha fatto?

«Mi sono rivolto a lui in maniera pacata, come sempre faccio in queste occasioni. Gli ho detto: “Dai siediti che ti porto a casa...”. Lui si è tranquillizzato e si è seduto. All’altezza di piazza Angilberto ha schiacciato il pulsante per la fermata ed è sceso dalla porta anteriore, non prima di avermi preso a male parole. Io non ho reagito, sa quante ne sento dire ogni giorno, ho richiuso le porte e sono ripartito. Peccato che dopo pochi metri mi sia dovuto fermare ancora perché c’era il rosso al semaforo».

Cos’è successo in quel momento?

«Non so se quell’uomo abbia preso quella frenata come un affronto nei suoi confronti, forse ha pensato che mi fossi fermato per litigare con lui. Fatto sta che ha raggiunto l’autobus e si è piazzato davanti al mezzo pubblico per non farmi ripartire. Ho fatto finta di niente, in attesa del verde, e a quel punto è venuto dal lato guida e ha scagliato la bottiglia contro il vetro, mandandolo in mille pezzi».

E lei?

«Ho aperto le porte e sono sceso per dirgli, ancora in modo tranquillo: “Cosa stai facendo?”. In quel momento, mi è arrivato il pugno in faccia, poco sotto l’occhio destro. Lui si è allontanato e si è infilato nel portone di uno stabile lì vicino, ma uno dei passeggeri l’ha seguito con lo sguardo, indicando poi alla polizia l’edificio giusto. Nel frattempo, un altro passeggero di origine marocchina ha chiamato il 112 per segnalare l’accaduto. Gli agenti sono arrivati nel giro di pochi minuti, e, grazie alle indicazioni, sono riusciti a risalire all’abitazione dell’uomo, che è stato identificato e denunciato».

Lei invece è finito in ospedale.

«Sì, mi hanno portato al Fatebenefratelli. Mi hanno dimesso qualche ora fa (nel primo pomeriggio di ieri, ndr) con 15 giorni di prognosi. Ha presente la foto che è girata sui social? Ora la parte sotto l’occhio è completamente nera».

Le era già capitata una cosa del genere in trent’anni di attività?

«No, mai».

Pensa che i mezzi pubblici milanesi siano sicuri?

«Credo che Atm si stia già muovendo per incrementare ancor di più la sicurezza a bordo dei mezzi pubblici».

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