"A Kabul dovevo laurearmi, poi ha chiuso l’università"

Razma Hasina, 22 anni, vive a San Giuliano dopo la fuga dall’Afghanistan. E' stata accolta da una coppia che la conosce da anni: "Per noi è come una figlia"

Razma Hasina a San Giuliano

Razma Hasina a San Giuliano

In piazza per l’Afghanistan. Con una manifestazione nel pomeriggio di ieri in piazza Vittoria, l’associazione Liberi Pensieri ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione del Paese asiatico, che sta vivendo una profonda crisi umanitaria dopo la presa di potere da parte dei talebani. Proprio il non-riconoscimento del regime dei talebani è stato uno dei temi dell’iniziativa, organizzata anche per condannare la violenza sulle donne e cercare di mettere in campo forme di aiuto alla popolazione.

Liberi Pensieri è l’associazione che in passato ha promosso a San Giuliano un progetto di accoglienza, ospitando presso alcune famiglie della città 22 bambini e bambine di Kabul. Il progetto, dal titolo Aquilone, si è svolto dal 2007 al 2013 con soggiorni periodici sul territorio, coadiuvati anche dalle scuole. "Adesso quei bambini sono diventati grandi, ma alcuni di loro hanno ancora bisogno di aiuto. L’idea è quella di accoglierli di nuovo, compatibilmente con la complessità della situazione e le procedure burocratiche", spiega Piera Putzulu, attivista di Liberi Pensieri e del Coordinamento italiano per il sostegno alle donne afghane.

Una delle bambine che ai tempi erano state ospitate in città è tornata ora a San Giuliano. Si tratta di Razma Hasina, 22 anni, fuggita dopo la presa di Kabul da parte dei talebani e ora ospite della stessa coppia, Elvira e Claudio Guidetti, che l’aveva accolta da ragazzina. "Stavo per laurearmi, ma i talebani hanno chiuso le università alle donne – racconta –. Sono scettica, purtroppo non credo che nel mio Paese tornerà la democrazia. Elvira e Claudio sono la mia seconda famiglia". "Quando l’abbiamo sentita piangere al telefono, ci siamo detti: dobbiamo fare di tutto per portarla in Italia. Per fortuna così è stato", racconta la coppia che ospita la ragazza. "Per noi è come una figlia".

La manifestazione di ieri s’inserisce in una più ampia iniziativa per il sostegno al popolo afghano che ha visto mobilitarsi diverse piazze italiane, dopo il sit-in dell’11 settembre all’Arco della Pace, a Milano. "In politica cambiano tante cose, sono sicura che per l’Afghanistan verranno tempi migliori. Intanto penso alle donne di quel Paese, sono soprattutto loro ad aver bisogno di aiuto", dice Muntaha Wahsheh, di origine giordana, che a San Giuliano è stata la prima consigliera comunale di fede islamica. Intanto, com’era stato annunciato dalla Prefettura, a San Giuliano è arrivato un contingente di profughi afghani, con 40 persone ospiti della fondazione Broletto.

 

 

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