Barista cinese ucciso al Corvetto, arrestato l’assassino: è Oronzo Pede, ha 73 anni

Milano, piazza Angilberto II. L’omicidio probabilmente dovuto a un debito che non era riuscito a saldare. Il killer ha provato a uccidersi

Milano, 9 marzo 2023 – Ha un nome e un volto l'uomo che la mattina del 19 dicembre scorso ha fatto fuoco contro il trentacinquenne cinese Ruiming Wang, uccidendolo con almeno cinque colpi di pistola dietro il bancone del bar che gestiva da dieci anni in piazza Angilberto II, in zona Corvetto. Si chiama Oronzo Pede,  è un imprenditore.

L’arrestato

All'alba di oggi, gli agenti della sezione Omicidi della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo, hanno arrestato Oronzo Pede, un 73enne italiano, residente in un Comune dell'hinterland, con l'accusa di essere l'autore del delitto.

Un caffè e gli spari

Quella mattina di fine 2022, stando a quanto poi ricostruito dall'indagine coordinata dall'aggiunto Laura Pedio, l'uomo entrò all'interno dell'esercizio commerciale con il volto quasi del tutto coperto da mascherina, sciarpa e cappuccio, e scambiò due chiacchiere con Wang, che tutti nel quartiere chiamavano "Paolo". Dopo aver chiesto un caffè, l’anziano tirò fuori una pistola dalla borsa ed esplose un primo colpo di pistola a bruciapelo, ferendo il gestore del locale. Ruiming Wang provò a ripararsi dietro il bancone, ma il killer si avvicinò e sparò altre sei volte, con il trentacinquenne già a terra. In quel momento, non c'erano altre persone all'interno del locale, se non un cliente che però si trovava in bagno. Il presunto assassino era arrivato in zona circa venti minuti prima, aveva parcheggiato la sua Fiat Punto grigia poco lontano da piazza Angilberto II e aveva controllato più volte chi ci fosse all'interno del bar, probabilmente per essere sicuro che non ci fossero testimoni al momento dell'agguato.

Oronzo Pede
Oronzo Pede

Le immagini delle telecamere

L'inchiesta degli specialisti di via Fatebenefratelli è partita dall'analisi delle immagini registrate dalle telecamere installate all'interno del bar, che hanno ripreso l'aggressione letale. Poi il resto degli accertamenti investigativi si è concentrato sulla ricostruzione della vita di Wang, apparentemente senza lati oscuri. Dalla visione delle telecamere interne, gli investigatori hanno analizzato con attenzione le movenze dell'assassino e hanno individuato alcuni particolari che hanno fatto ipotizzare una conoscenza pregressa con la vittima. La visione degli occhi elettronici esterni non ha invece consentito ai poliziotti di risalire alla targa. E di conseguenza gli investigatori hanno dovuto fare un lavoro estremamente dettagliato per individuare la Punto, riuscendo a identificare il modello e l'anno di fabbricazione; per avere più certezze sul tipo di auto, gli agenti hanno fatto anche una serie di prove con alcuni loro veicoli, passando sotto le telecamere e poi riguardando i filmati per capire se ci fossero somiglianze con la macchina dell'assassino.

I rilievi in piazza Angilberto II
I rilievi in piazza Angilberto II

L’arma del delitto

Il sopralluogo della Scientifica ha portato a individuare come possibile arma del delitto una pistola Tanfoglio; indicazione che ha consentito ai segugi della Mobile di restringere il campo e di concentrarsi su quel tipo di arma, facendo accertamenti mirati su chi la detenesse legalmente.

Il movente

Pian piano, il cerchio si è chiuso attorno al nome del settantatreenne, che aveva un'attività edile con sede in via Bessarione (a due passi dal bar) fallita nel 2018. L'inchiesta si sta concentrando su possibili investimenti economici sbagliati dell'ex impresario, che potrebbero essere alla base delle recenti difficoltà finanziarie. Il presunto assassino avrebbe quindi agito per questioni economiche, forse per un debito che non era riuscito a saldare. Da lì la decisione di far fuori il creditore a colpi di pistola

Oronzo Pede in ospedale

Il giorno dopo l'omicidio, stando a quanto ricostruito, il presunto autore, Oronzo Pede, si è ferito alla testa con un colpo di pistola: non si sa ancora se si sia trattato di un tentativo di suicidio (l'ipotesi ritenuta più probabile) o di un proiettile partito per sbaglio; in ogni caso, l'uomo è sopravvissuto, pur riportando una frattura della calotta cranica. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere gli è stata notificata dalla polizia all'ospedale di Lecce, dove il settantatreenne si era trasferito dopo essere stato dimesso dall'Humanitas a una ventina di giorni di distanza dal ricovero: è tuttora nel centro clinico perché deve sottoporsi a un altro intervento chirurgico sempre legato ai postumi della ferita alla testa.

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