Mantova, fiori di loto dal lago: diventeranno creme e profumi

Il Parco del Mincio lancia la sperimentazione sul riuso delle piante in cosmetica, via alla prima raccolta

I fiori di loto sono diventati negli anni una delle principali attrazioni dei laghi di Man

I fiori di loto sono diventati negli anni una delle principali attrazioni dei laghi di Man

Mantova -  Un profumo ai fiori di loto, o una crema-viso: le spettacolari piante orientali che da un secolo sono delizia (ma anche un po’ croce) dei laghi di Mantova sono destinate a diventare un’essenza. I ricercatori dell’industria cosmetica avviano una sperimentazione sul riutilizzo del loto, grazie a un’iniziativa che unisce pubblico e privato col doppio scopo di favorire l’equilibrio ecologico e di dare una mano all’economia mantovana. Il progetto firmato dal Parco del MIncio si chiama "Rilotus" e la sua fase sperimentale inizia il 12 agosto con la raccolta di 300 fiori sulle acque dei laghi: le piante verranno essiccate e da esse si proverà ad estrarre il principio attivo alla base della produzione di cosmetici.

Questo tipo di industria non è l’unico interessato al possibile sfruttamento del riuso delle biomasse prodotte dal fiore di loto. Anche la moda, e persino le produzioni cartacee, oltre alla cosmetica, sono stati sondati come possibili destinatari finali del riutilizzo. Una serie di test di laboratorio ha indicato la filiera cosmetica come la più adatta allo scopo. Per la sperimentazione si è fatta avanti un’azienda di rilevanza internazionale con sede in Pianura padana.

Per arrivare alla fattibilità del progetto, resa possibile da un finanziamento di 10mila euro da parte della Fondazione Banca Agricola Mantovana, il Parco ha coinvolto due partner: una cooperativa sociale (la coop Santa Lucia di Asola), che fornirà il personale per la separazione dei fiori, il confezionamento e il conferimento all’essiccatoio. La seconda partnership è con gli specialisti in programmi di sostenibilità ed economia circolare dell’emiliana Econsulting – SostenAbility, che ha individuato le imprese private interessate alla sperimentazione. Oggi dalle parole si passa al primo atto concreto: una barca della Canottieri Mincio raccoglierà i 300 fiori di loto.

Il presidente del Parco del Mincio Maurizio Pellizzer, rassicura: "I fiori, presenti nel Lago Superiore da un secolo, sono diventati un’icona di bellezza per Mantova e continueranno ad esserlo. Ogni anno il Parco spende migliaia di euro in sfalci che ne riducano l’estensione, ma una grande massa organica si accumula comunque sul fondo". E questo non fa bene al lago. "Se la sperimentazione funzionerà – prosegue Pellizzer – potremo cercare nuovi partner interessati a utilizzare le fibre presenti nei fusti e nelle grandi foglie del loto".Col duplice vantaggio di preservare l‘ambiente e sfruttare una risorsa naturale.