REDAZIONE MANTOVA

Neonata chiusa in auto sotto il sole. Carabiniere rompe il vetro e la salva

Era capitato a Elena a Teramo, a Luca a Piacenza, l’altro giorno a Gioia, 17 mesi, a Vicenza: bambini dimenticati in auto sotto il sole e uccisi dal calore. Stava per succedere anche nel mantovano di Tommaso Papa

La piccola portata per accertamenti al «Poma»nuovo ospedale di prato il pronto soccorso con arrivo malati e ambulanze nella camera calda prontosoccorso

Mantova, 3 giugno 2015 - Era capitato a Elena a Teramo, a Luca a Piacenza, l’altro giorno a Gioia, 17 mesi, a Vicenza: bambini dimenticati in auto sotto il sole e uccisi dal calore. Stava per succedere di nuovo a Borgoforte, un centro del Mantovano sulle rive del Po a pochi chilometri dal capoluogo, dove una piccola di poche settimane è stata lasciata in auto dalla madre al ritorno dalla spesa. Per fortuna a salvarla è stato un carabiniere che ha sfondato il vetro dell’auto con un sasso e l’ha liberata. La madre è stata denunciata per abbandono di minore. Sulla ricostruzione dell’episodio si affastellano però versioni contrastanti. Sono le 12.30 in via Roma a Borgoforte: i passanti vengono attirati dalle grida di una donna di origine indiana che si dispera. La figlia più piccola è chiusa all’interno di un’auto, sotto il sole cocente. La piccola è nata il 23 aprile prematura, è particolarmente debole e rischia la vita. I carabinieri chiamati dai vicini arrivano in un attimo e non ci pensano due volte: rompono il vetro dell’auto, la aprono e liberano la bambina. La piccola verrà portata all’ospedale Carlo Poma di Mantova: le sue condizioni non destano preoccupazione.

Ma com'è rimasta chiusa in auto? La madre racconta ai militari che un fratellino ha azionato una sicura e chiuso l’utilitaria con le chiavi all’interno. Qualcuno della stessa comunità indiana della donna, qualche vicino di casa, racconta invece che la donna si è allontanata dall’auto per andare a visitare dei conoscenti, poi si è accorta dell’errore.

Un altro particolare non quadra: la madre indiana, 30 anni, e il marito che l’ha subito raggiunta, affermano che la bimba è rimasta chiusa solo per qualche minuto. Altri testimoni parlano di un quarto d’ora, venti minuti. I genitori in caserma confermano la loro versione ma per la madre scatta comunque la denuncia. Intanto però una tragedia è stata evitata.