REDAZIONE LODI

Marco Radaelli mondiale L’Italia del Bmx vale oro

Il diciottenne lecchese trionfa ai campionati olandesi juniores. Il tricolore italiano non era mai salito così in alto in questa disciplina

GARLATE (Lecco)

Marco Radaelli, 18 anni lecchese, scrive la storia conquistando il titolo iridato di Bmx, il primo mai conquistato dall’Italia. Mai prima d’ora un giovane atleta della categoria juniores era riuscito a tanto. Ci è riuscito Radaelli, da Garlate, che a Pepandal in Olanda, ha vinto il campionato del mondo di Bmx. Una impresa storica che l’azzurro, già campione europeo cruiser nelle categorie giovanili, ha interpretato disputando una gara perfetta e senza sbavature. Un trionfo costruito nelle tre run della sua manche, passando ai quarti di finali in compagnia di altri due azzurri, Matteo Tugnolo e Leonardo Cantiero. Quest’ultimo si ferma alle semifinali, uscendo di pista durante la seconda linea. Tugnolo e Radaelli accedono invece alla finale, assieme al favorito il neozelandese Bearman, ai francesi Rousseau, Carlier e Geisse, allo statunitense Polk, e al l finlandese Lindberg. È qui che il lecchese compie il capolavoro. Alla prima curva Radaelli entra al’interno e prende la ruota del francese Rousseau, mentre Bearmann perde terreno e viene superato sia dall’azzurro che dal transalpino. È il momento di dare il massimo e Radaelli spriogiona tutta la sua potenza cogliendo la vittoria davanti a Rousseau e all’americano Polk.

"È stato fantastico, incredibile – ha commentato il neo campione del mondo –. Ho iniziato a gareggiare in Bmx all’età di 5 anni grazie a mio nonno che mi ha trasmesso la sua grande passione per questa disciplina. Ho accettato il suo suggerimento e mi è piaciuto molto tanto da diventare il mio unico sport". Entusiasta anche il presidente del settore Fuori Strada, l’ex professionista Massimo Ghirotto che si è così espresso: "Questo è un successo del lavoro del commissario tecnico della Nazionale Italiana Tommaso Lupi, non a caso avevamo ottenuto la qualifica olimpica a Tokyo 2020 con Giacomo Fantoni".

Danilò Viganò