Lodi, nasce la "clausola antifascista": bufera tutela sugli spazi pubblici

La proposta di un gruppo di associazioni. L’ex vicesindaco Maggi: "No a patenti di democraticità"

Sergio Cannavò dell’associazione Adelante, che fa parte del neonato “Comitato 25 aprile“

Sergio Cannavò dell’associazione Adelante, che fa parte del neonato “Comitato 25 aprile“

Lodi - Una “clausola antifascista“ , un po’ come avviene negli appalti quando si attesa di non fare parte della mafia, in cui "ci si dichiara estranei a ideologie riconducibili al fascismo, riconoscendosi nella Costituzione italiana". Così Sergio Cannavò dell’associazione Adelante, che fa parte del neonato “Comitato 25 aprile“ di Lodi, spiega il documento che verrrà protocollato a giorni a palazzo Broletto e che sarà indirizzato a sindaco, presidente del consiglio comunale e capigruppo. Una lettera in cui il coordinamento, composto, oltre che da Adelante, anche da sezione Anpi di Lodi, Antifa, Fiab, Progetto Pretesto, Libreria Sommaruga, richiede "di adottare, come è stato fatto in tanti altri comuni come Milano, Padova, Bergamo, Reggio Emilia, L’Aquila, Ancona, un provvedimento con il quale chiunque richieda sale o spazi comunali debba dichiarare di ripudiare il fascismo, di non perseguire finalità antidemocratiche anche proprie del partito fascista e di non denigrare la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza. Dovrà quindi seguire una verifica per accertare che le azioni dei richiedenti non contrastino con la dichiarazione".

"Come per chi dichiara di non essere mafioso, non ci dovrebbe essere bisogno di questa sottoscrizione perché la ricostituzione del partito Fascista è vietata e magari sembra superfluo - afferma Cannavò -. Ma a Lodi come altrove ci sono state associazioni che sembrano occuparsi di bambini del terzo mondo o di sport ma hanno attiguità con associazioni pseudofasciste. Firmare questo atto non è una soluzione ma si cerca di fare un discrimine, ha il valore di mettere in chiaro alcune cose". Questa è solo la prima iniziativa del Comitato 25 aprile, che si è costituito proprio intorno all’organizzazione di eventi per l’anniversario della Liberazione e sui valori e i temi di antifascismo e democrazia: "Intendiamo chiedere al Comune anche di pulire le lapidi dei partigiani", conclude Cannavò.

«Il sistema , applicato anche a Milano, è doveroso e corretto: la nostra Costituzione parla chiaro, l’antifascismo dovrebbe essere requisito imprescindibile", rimarca Gabriele Zuffetti, vice presidente Anpi. "Dichiarazioni antifasciste come quelle antimafia: hanno fatto gli stessi danni - sottolinea Diana Medri del Progetto Pretesto -. Non c’entra con la politica, coi partiti, si chiede solo l’applicazione della Costituzione. Non capiamo perché uno debba essere contrario, rischia di essere male interpretato". Il riferimento è a Lorenzo Maggi, ex vice sindaco che, prima ancora il documento fosse protocollato lo ha commentato in Consiglio: "É una proposta delirante, una patente di democraticità rilasciata dal sindaco non sta né in cielo né in terra. La richiesta di un’adesione scritta a dei principi è tipica di logica fascista e autoritaria. Se si ritiene che ci siano associazioni di stampo fascista bisogna rivolgersi alla Questura".