Artigiani, nel Lodigiano "investimenti fermi"

La nota positiva è che, nonostante tutto, non licenziano personale

Il presidente Nicola Marini e il segretario Mauro Sangalli (Cavalleri)

Il presidente Nicola Marini e il segretario Mauro Sangalli (Cavalleri)

Lodi, 17 aprile 2018 - Tasse e burocrazia continuano a mettere in ginocchio gli artigiani lodigiani. Continua il periodo nero per le piccole imprese del territorio. Secondo l’Indagine economica tra gli associati dell’Unione artigiani della provincia di Lodi, anche il 2018 sarà un anno di transizione. Ancora troppo deboli i segnali di ripresa.

Oggi sono 5mila le realtà attive in tutta la provincia di Lodi (dal 2008 a oggi, il Lodigiano ha perso oltre un migliaio di imprese, soprattutto nelle costruzioni, manifatturiero e trasporti), per un giro d’affari che rappresenta circa il 2% del Pil regionale. L’indagine dell’associazione degli artigiani ha coinvolto circa 200 realtà, che hanno risposto al questionario. Oltre l'80% degli intervistati ha dichiarato che nel 2017 non ha avviato nessun tipo di investimento e il 75% ha confermato che non lo farà nemmeno nei prossimi mesi. Colpa delle tasse sempre più pressanti, sia a livello locale che statale, ma anche dell’accesso al credito. Il dialogo con le banche è ancora da rivedere perché gli istituti chiedono troppe garanzie agli artigiani. Dall’indagine è emersa che le Bcc sono gli istituti che più finanziano le piccole imprese (circa il 38%). "È chiaro che qualcosina si sta muovendo – spiega il segretario dell’Unione artigiani, Mauro Sangalli –. L’Indagine economica 2018 ha evidenziato che nel territorio ci sono dei problemi enormi per gli artigiani. Prima della crisi economica eravamo la provincia più artigiana in Lombardia. Ora, invece, le nostre imprese sono in gran parte sfiduciate. Di sicuro, la politica locale e nazionale hanno delle colpe. Serve avviare un progetto comune per riuscire a unire le esigenze degli artigiani e le esigenze comunali e provinciali". Dall'indagine è emerso anche che gli artigiani, nonostante il calo drastico degli affari, non hanno licenziato il personale. Nel 2017, infatti, solo il 15% delle imprese ha lasciato a casa qualche operaio, contro il 65% che invece ha scelto di mantenere invariato il numero di personale in servizio. "Nella piccola impresa l’occupazione ha tenuto – dice il presidente dell’Unione artigiani di Lodi, Nicola Marini –. Un dato confortante nonostante il calo del fatturato. A preoccupare invece la questione delle tasse. Stiamo assistendo a un governo che non sì muove a nascere. La politica deve intervenire per abbassare le tasse e riuscire a sollevare le nostre imprese".