San Martino in Strada, tavolo in prefettura sul caso Pergola

I sindacati sui licenziamenti: "Sono illegittimi"

Il presidio della vigilia di Natale

Il presidio della vigilia di Natale

San Martino in Strada (Lodi), 8 gennaio 2019 - Un vertice in prefettura per decidere il futuro della Pergola. Si terrà oggi alle 10.30 il primo incontro istituzionale per provare a risolvere la crisi del centro sportivo e ricreativo di San Martino in Strada, inaugurato nel 2009, che dal 20 dicembre ha chiuso i battenti. A farne le spese, mille soci e una quarantina di dipendenti (15 con contratto a tempo indeterminato), che poche settimane fa, come regalo di Natale, si sono trovati una lettera di licenziamento, e nel giorno della vigilia hanno organizzato un picchetto davanti ai cancelli. Al tavolo in prefettura sono stati invitati i funzionari Inps, che dovranno affrontare la questione delle disoccupazioni dei dipendenti, i magistrati, che hanno deciso di affidare la Pergola all’amministrazione giudiziaria, e l’ispettorato del lavoro. Non c’è pace per il complesso immobiliare di 48mila metri quadri a San Martino in Strada che dal 6 giugno è finito sotto sequestro preventivo per un’indagine della procura di Lodi.

Tecnicamente si trattava di un sequestro per equivalente del valore delle imposte che si ritengono evase dall’imprenditore lodigiano legale rappresentante della società. «Per noi i licenziamenti non solo legittimi – spiega il sindacalista Cgil, Guido Scarpino –. Chiediamo al prefetto Patrizia Palmisani di intervenire e risolvere una questione che ha messo in gravi difficoltà tanti lavoratori. Per questo all’incontro abbiamo invitato tutti i protagonisti di questa storia. I magistrati, Inps e Ispettorato del lavoro. Chiediamo al giudice di fare un passo indietro per provare a far ripartire davvero la Pergola». All’incontro in prefettura è stata inviata anche l’immobiliare che a maggio per 2,650 milioni di euro si era aggiudicata la struttura all’asta. «È necessario dare futuro alla Pergola – conclude Scarpino –. Chiederemo alla nuova proprietà se ha davvero intenzione di investire. Un loro impegno potrebbe sbloccare la vicenda».