Due panchine rosse sono state inaugurate ieri a Lodi, alla fermata del bus di via XX Settembre, all’angolo con Corso Roma nell’ambito delle iniziative promosse per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il momento è stato organizzato da Asst Lodi con il Comune. "Vogliono essere un invito a non tacere, soprattutto quando vediamo violenza vicino a noi – ha spiegato Barbara Grecchi, referente dell’Asst –. Sulle panchine ci sono targhette coi numeri da chiamare, il 1522 è il numero nazionale antiviolenza donne, 331 349 5221 è il numero del centro antiviolenza di Lodi". "Il 1522 serve anche per denunciare, non solo per chiedere informazioni" ha aggiunto Roberta Di Francesco, vicaria del prefetto. La consigliera regionale Patrizia Baffi ha evidenziato come quella contro la violenza sia una battaglia culturale: "Sembra che non si sia capito che questo discorso riguarda tutti". "Ogni anno in questi giorni vi è un aumento di chiamate ai centri – ha sottolineato l’assessora comunale Manuela Minojetti – per combattere il fenomeno servono risorse, per i centri antiviolenza e per la formazione. Le istituzioni devono fare rete sempre più strette tra centri, forze dell’ordine e aziende sanitarie". Presente anche il vescovo di Lodi, Maurizio Malvestiti ("è sconcertante quello che accade alle donne, soprattutto quando capita a giovani" ha detto). Sempre ieri oltre 20 classi di scuole medie e superiori, in piazza, hanno osservato le numerose opere sul tema realizzate dalle classi del liceo artistico, in collaborazione Rumorosse, Loscarcere e altre scuole e associazioni. La direttrice del centro antiviolenza di Lodi, Paola Metalla, ha evidenziato come "ci vorrebbe una tutela maggiore alle donne vittime. Nel 2022 i maltrattamenti erano stati 92, nel 2023 erano stati 102 e 90 quelli registrati finora nel 2024; in calo gli atti persecutori, 29 nel 2022, 44 nel 2023 e 25 nel 2024. Le violenze sessuali sono passate delle 32 del 2022, a 20 nel 2023 e 24 nel 2024. In aumento gli ammonimenti emessi dalla Questura, sia per atti persecutori che per violenza domestica".
Luca Pacchiarini