Delitto di Pordenone, giallo dell’auto. La difesa: al volante c’era una donna

A ottobre prima udienza per Ruotolo, accusato di duplice omicidio

Il legale Roberto Rigoni Stern, avvocato difensore di Giosuè Ruotolo

Il legale Roberto Rigoni Stern, avvocato difensore di Giosuè Ruotolo

Lodi, 20 agosto 2016 - «Ruotolo è in carcere senza accuse fondate. Per esempio, una delle persone presenti sulla scena del delitto ha notato che alla guida dell’Audi A3 grigia che, secondo l’accusa sarebbe di Ruotolo, c’era una donna». Il 10 ottobre ci sarà la prima udienza davanti alla Corte d’assise di Udine e gli avvocati di Giosuè Ruotolo, il militare di 27 anni, arrestato il 7 marzo con l’accusa di aver ucciso il 17 marzo del 2015 la lodigiana Teresa Costanza e il collega Trifone Ragone con sei colpi di pistola a bruciapelo, nel parcheggio del palasport di Pordenone, stanno studiando gli atti per preparare la battaglia in aula. Troppe lacune, secondo la difesa dell’unico indiziato accusato del duplice omicidio, nel quadro probatorio raccolto finora dalla Procura di Pordenone. Il processo è un appuntamento al quale gli avvocati Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito si stanno preparando con la piena convinzione di poter dimostrare l’innocenza del giovane militare campano.

«Il dibattimento servirà a fare luce su tante circostanze – spiega l’avvocato Rigoni Stern –. Bisognerà fare numerosi chiarimenti in merito agli esiti delle indagini. In primis, non ci sono elementi tali per capire che il veicolo di Ruotolo era presente sulla scena del crimine. Al momento ci sono 10-12 persone che erano nel parcheggio del palasport e che saranno chiamate a testimoniare insieme ad almeno un centinaio di persone. Dall’uomo che non aveva visto Ruotolo alla guida dell’Audi grigia, alla donna che aveva sentito i colpi di pistola e che ha dichiarato di non aver visto nessuna macchina allontanarsi dal parcheggio della palestra».

Sempre più distante la posizione dell’ex fidanzata di Ruotolo, Rosaria Patrone, la 24enne di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, accusata di favoreggiamento per aver aiutato il militare campano a nascondere un profilo Facebook. Mai una lettera scambiata tra la coppia da quando Ruotolo è rinchiuso nel carcere di Belluno. Poi, la decisione della ragazza e del suo avvocato Costantino Catapano di chiedere il patteggiamento. Una scelta processuale che non sorprende il difensore di Ruotolo. «La Patrone ha spiegato le motivazioni personali della sua scelta – dice l’avvocato Rigoni Stern –. L’ultima parola spetterà al gip di Pordenone che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta. Rispetto questa decisione della ragazza, che sarà sicuramente stanca di questa storia, però non la condivido perché in questa vicenda ci sono tanti lati oscuri ancora da chiarire. Sono convinto che nel dibattimento emergerà uno spaccato delle vite delle vittime e delle loro frequentazioni fuori dal lavoro e dalla caserma». Poi, su Ruotolo, l’avvocato aggiunge: «È in attesa del processo. È una persona convinta della sua onestà e che ha una famiglia alle spalle che lo sostiene. La verità emergerà. Ma non vogliamo condanne preventive sui giornali».