Fotocronomachia, gli attori tutti bambini

Il film del giovane regista Feninno interamente interpretato dagli alunni della primaria Canna

Giovane il regista e giovanissimi gli attori, tutti insieme non arrivano a 250 anni, eppure raccontano il tempo che passa. Lo hanno fatto in un film, Fotocronomachia, che ha come protagonisti 23 alunni della IV B della scuola primaria Canna. I bambini sono stati diretti da un giovane regista, montatore e attore, Michele Alcmane Feninno, che, dopo un periodo di formazione nel teatro Sociale, si è diplomato alla scuola del teatro Fraschini di Pavia nel 2022 e ha girato il suo primo film, che è stato proiettato ieri nel salone teresiano della biblioteca universitaria.

In 120 minuti, i bambini (che interpretano anche i loro maestri), diventati ormai vecchi, rievocano gli ultimi giorni della loro fanciullezza e la lotta ingaggiata contro un avversario inesorabile e spietato, il tempo. Animati dalla volontà comune di neutralizzare l’inevitabile caduta nei labirinti del tempo, i bambini si organizzano e affrontano, senza mai perdersi d’animo, una serie ininterrotta di imprevisti e ostacoli, seguiti all’improvvisa uscita di scena dei loro insegnanti, coi quali avrebbero dovuto mettere in atto un misterioso incantesimo, che li avrebbe dovuti proteggere perpetuamente dal pericolo di perdere la possibilità del “ritorno“.

Il film, che è una Produzione Canna, come ha spiegato la dirigente Livianna Speciale, è il "coronamento di un percorso di educazione all’espressività iniziato in classe prima, attuato per favorire l’integrazione di ogni alunno nella dimensione sociale attraverso il potenziamento della consapevolezza individuale, facendo leva sulla straordinaria capacità imitativa ed emulativa dei bambini e dando ampio spazio alla creatività linguistica, gestuale e corporea di ogni alunno".

La filosofia di fondo dell’opera, riassunta nella citazione tratta dal Faust di Goethe, "Non avevo niente e tuttavia (avevo) abbastanza", ha creato le condizioni ideali perché emergessero intuizioni improvvise e sorprendenti. La progettazione è stata concepita all’interno di un canone inderogabile dettato dall’ambiente di cui il film è testimonianza diretta, la scuola.

Obbligati il cast, i tempi e gli spazi, impossibili le condizioni acustiche e ambientali, imprevedibili alcune situazioni e inesistente il budget del film, che ha inserito nella sceneggiatura una serie di soluzioni tecniche, narrative, culturali e recitative, che soddisfacessero l’esigenza dell’alfabetizzazione specifica in ambito cinematografico.

Manuela Marziani