Codogno, mercati chiusi e ambulanti fermi: "Crisi profonda, ma riprenderemo"

La storia dei fratelli Alfredo e Simone Arnoldi che vendono formaggi. "Per i nostri conti è una mazzata, ma speriamo di ripartire. I clienti arriveranno"

Gli ambulanti chiedono di ripartire

Gli ambulanti chiedono di ripartire

Codogno (Lodi), 29 febbraio 2020 - Il loro camion-frigo non si mette in moto ormai da una settimana. È fermo lì, nel garage adiacente al magazzino. I fratelli Alfredo e Simone Arnoldi, rispettivamente di 47 e 43 anni, sono formaggiai ambulanti. Lavorano prevalentemente nei mercati settimanali della “zona rossa” attualmente dichiarati sospesi con ordinanza dei sindaci "per evitare assembramenti di persone che potrebbero contaguarsi tra loro": il martedì e venerdì mattina sono in piazza Cairoli a Codogno, il mercoledì a Terranova de’ Passerini. Essendo residenti a Codogno e quindi costretti a non varcare il perimetro dei dieci comuni pericolosi, poi non possono nemmeno raggiungere gli altri due centri “oltre cortina” in cui solitamente sono presenti: Corno Giovine (il sabato) e Santo Stefano Lodigiano (tutti i giovedì). Alfredo e Simone portano avanti l’attività fondata negli anni Ottanta del secolo scorso da papà Costantino e mamma Luisa. Alfredo negli ultimi sei anni ha vinto due volte la sfida di abilità nella preparazione della tipica “raspadura” lodigiana nell’ambito della manifestazione “Le forme del gusto” che va in scena a Lodi nel mese di settembre ed è anche presenza fissa da anni nel foyer del teatro Alla Scala di Milano in occasione della Prima di Sant’Ambrogio e di altri grandi eventi dove fa degustare agli ospiti le gustose sfoglie di grana padano, invenzione proprio made in Codogno e poi estesasi a tutto il Lodigiano. "Dovremmo essere famosi in Italia per la raspadura e non per il coronavirus" dice subito Simone Arnoldi, che nonostante tutto riesce a non perdere il sorriso. Come vivete questo momento? "Adesso non possiamo lavorare e siamo in attesa delle disposizioni dei sindaci che riautorizzino i mercati. Nella nostra stessa situazione ci sono diversi altri ambulanti di questo territorio e ci sentiamo spesso: i nostri guadagni sono azzerati". Voi siete abituati a svegliarvi presto ogni mattina. La vostra vita ora sarà stravolta... "Diciamo che adesso, grazie anche al nuovo camion-frigo possiamo alzarci anche tra le 5.30 e le 6. Prima la sveglia suonava anche prima. Alle 6.30 solitamente siamo in piazza. Da venerdì scorso ce la prendiamo più comoda. A me piace stare su fino a tardi la sera e adesso posso farlo con più tranquillità e senza assilli". Come passate le giornate? "Al mattino io e mia moglie aiutiamo i nostri figli (Alessio che è in prima elementare e Mattia che è in quinta) a fare i compiti: da un paio di giorni infatti le loro maestre hanno iniziato ad assegnare esercizi ai loro alunni via telefonino e whatsapp. Ed è giusto così, almeno sono un po’ impegnati. Poi quando i compiti sono finiti si gioca con la play-station. Nel pomeriggio poi con mio fratello vado nel magazzino e insieme facciamo tutti quei lavori che normalmente dobbiamo rimandare perché non abbiamo mai tempo". Cosa vi augurate a questo punto? "Ci auguriamo che la vita normale possa riprendere al più presto. Ci auguriamo che la scuola riapra e che noi possiamo tornare a lavorare. Per noi dal punto di vista economico è una mazzata". Temete che ci sia poi, una volta spariti i divieti, un po’ di diffidenza nel tornare a frequentare i mercati e a fare acquisti? "Io credo di no. Penso che i clienti prenderanno le loro precauzioni, ma appena ci faranno uscire da questo stallo si riprenderà subito sui livelli di prima. Quantomeno me lo auguro".