Coronavirus, "Noi infermieri siamo stati argine"

Il presidente interprovinciale dell’ordine: ho visto lo sforzo compiuto dai colleghi di Lodi, va premiato

Pasqualino D’Aloia, presidente Ordine professioni infermieristiche di Milano, Monza e Lodi

Pasqualino D’Aloia, presidente Ordine professioni infermieristiche di Milano, Monza e Lodi

Lodi, 10 aprile 2020 - Nel Lodigiano sono stati la prima linea nell’ondata del virus. Dal 20 febbraio, giorno della scoperta del paziente 1 all’ospedale di Codogno, il personale infermieristico dei presidi ospedalieri lodigiani è costretto a turni massacranti, fino a 12 ore al giorno. Gli infermieri dei quattro ospedali dell’Asst di Lodi sono stati anche i primi a essere toccati dal problema dei contagi in corsia con decine di casi accertati e quarantene obbligatorie. Una situazione che il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Lodi, Milano e Monza Brianza, Pasqualino D’Aloia ha visto con i propri occhi e che ora sfocia in una richiesta ufficiale di un riconoscimento volto a premiare l’enorme sforzo fatto dal personale lodigiano.

«Sono stato all’ospedale Maggiore di Lodi a inizio marzo e ho visto una gestione delle prime fasi della pandemia che è stata esemplare – racconta il presidente D’Aloia, alla guida di un ordine che nel territorio lodigiano conta 1.541 infermieri –. Quello che è accaduto nei presidi lodigiani non l’avevo mai visto in Lombardia. Gli infermieri lodigiani sono stati un argine che da sud ha impedito che l’onda colpisse subito Milano. E ci hanno insegnato da un punto di vista organizzativo come contenere in maniera importante le problematiche che hanno avuto loro".

L’Ordine professionale ha presentato alla Regione la richiesta di effettuare controlli e tamponi a tutto il personale infermieristico. Il problema è comune in tutti i presidi ospedalieri lombardi. Per il presidente D’Aloia però i test non può essere uno strumento sufficiente. "Come coordinamento degli ordini di Regione Lombardia abbiamo chiesto che i tamponi per tutti gli infermieri - dice il ancora –. Ma nessuno ha un’idea di come procedere. Sono convinto però che il tampone non possa essere valutato come uno spartiacque. Soprattutto perché il pericolo di contagio per operatori sanitari negli ospedali resta ancora oggi alto".

Quando sarà finita l’emergenza sanitaria l’Ordine degli infermieri incontrerà Regione Lombardia per chiedere un riconoscimento per tutto il personale infermieristico. "Spero che tutta questa drammatica emergenza sanitaria possa essere un punto di partenza per riconoscere finalmente il ruolo che tutti gli operatori sanitari hanno dimostrato di meritare – conclude il presidente D’Aloia –. Probabilmente solo oggi l’opinione pubblica ha capito il ruolo degli infermieri negli ospedali. Chiederemo un riconoscimento a livello contrattuale per la nostra categoria".