"La Cattedrale vegetale nel Linificio": la proposta della nipote di Giuliano Mauri

Le parole di Francesca Regorda, parente dell'artista che realizzò il primo monumento verde all’ex Sicc

La precedente Cattedrale di Mauri fu demolita nel 2019 a causa dei progressivi crolli

La precedente Cattedrale di Mauri fu demolita nel 2019 a causa dei progressivi crolli

Lodi - «Realizzare la Cattedrale vegetale nell’ex Linificio è un’idea rivoluzionaria. Sarebbe un trampolino di lancio per Lodi e per la vecchia fabbrica che si pensa di recuperare a scopi museali e culturali. Inoltre, visti i cambiamenti climatici, non avremmo il problema dei forti venti che potrebbero aggredire la struttura: la cattedrale sarebbe collegata alla terra e al cielo ma protetta e avvolta da una struttura in muratura". Francesca Regorda, nipote dell’artista lodigiano Giuliano Mauri, tra i maggiori esponenti del movimento Art in nature, scomparso nel 2009 dopo la fine della prima Cattedrale, realizzata nel 2017 nell’area ex Sicc con 108 colonne di alberi viventi, destinate a creare colonnati e volte come luoghi ideali di spiritualità e poi definitivamente demolita nel 2019 a causa dei crolli progressivi, ha sempre creduto nel rilancio dell’opera. E ora che, con 18,5 milioni di fondi Pnrr (altri 2,5 milioni del Comune serviranno per il nuovo Archivio storico) si andrà a recuperare l’ex Linificio tra la stazione e il centro storico, per poi deciderne la destinazione d’uso, comunque culturale, Regorda propone che proprio quello che, si dice a più voci, sarà il nuovo baricentro di Lodi, abbia la sua cattedrale verde, come piazza della Vittoria ha il suo Duomo.

«Nell’area esiste un terrapieno a cielo aperto: è il luogo ideale – sottolinea Regorda a nome dell’associazione Giuliano Mauri – All’ex Sicc l’area era di 1.630 mq, all’ex Linificio sarebbero 1.400 o 1.500 ma non è un problema. Mio nonno aveva progettato per gran parte della propria vita una 40ina di cattedrali per cui va solo studiata l’area e scelta quella idonea, con altezze da definire". Nella proposta si parla di affiancare il monumento verde, oggi più che mai simbolo di transizione ecologica, a un luogo che diventi archivio e spazio espositivo e laboratoriale legato alla figura di Mauri: "Abbiamo oltre mille opere tra disegni, fotografie, quadri, opere in vetro e in neon degli anni ‘60, prototipi di legno – sottolinea Regorda – L’idea è di avere un luogo dedicato dove esporre questi materiali ciclicamente, anche per raccontare chi era questo artista conosciuto in tutto il mondo. Ci potrebbe essere un laboratorio per le scuole e per gli artisti, con una sezione digitale, ma anche per mostrare come l’opera può essere mantenuta nel tempo. La Cattedrale all’aperto, come si era iniziato già a fare all’ex Sicc, può essere inoltre usata per realizzare eventi. D’altra parte non sarebbe nemmeno la prima volta che un’opera di Mauri in elementi naturali prende vita in un fabbricato di cemento: già nel 1986 mio nonno realizzò una foresta di cattedrali, “La terra del cielo“ nell’ex chiesa sconsacrata a Brera".