Baffi aderisce a Fratelli d’Italia Lasciato il posto in Consiglio

Codogno, un grazie a funzionari ed ex colleghi. Il Pd: se fosse coerente lascerebbe il Pirellone

Migration

di Mario Borra

Da ieri mattina Patrizia Baffi non è più consigliera comunale in città e contestualmente è confluita nel gruppo regionale di Fratelli d’Italia con tanto di conferenza stampa a fianco dei big del partito. Due mosse legate tra di loro nelle intenzioni della Baffi che, di fatto, dopo aver lasciato il Pd nell’ottobre 2019 ed essere confluita in Italia Viva di Renzi, ora ha maturato un altro cambio di casacca. Le dimissioni da consigliere sono state protocollate alle 10 e 12 in municipio. "Ringrazio tutti, dai funzionari ai consiglieri per aver condiviso un tratto di strada insieme per la nostra amata Codogno", ha scritto nella nota di addio.

Baffi era entrata per la seconda volta in Consiglio comunale nel 2016 dopo una prima esperienza nel quinquiennio precedente: con 231 voti, era risultata la candidata con il numero più alto di preferenze dell’opposizione. Nel Pd aveva cominciato la sua ascesa dapprima come segretario cittadino e componente della segreteria provinciale. Poi il primo “strappo“, seguendo le sorti di Renzi. Ora, dopo aver strizzato l’occhiolino alla Lega e a Forza Italia, l’approdo a FdI. "Di Patrizia Baffi ammiro il grande impegno profuso in Regione, sempre orientato ai bisogni del nostro territorio- ha commentato ieri il segretario provinciale di FdI, Gianmario Invernizzi-. L’ho sempre definita una delle migliori espressioni politiche della provincia. Da noi troverà un contesto ideale in cui portare avanti la propria identità e il proprio impegno politico". Lapidario il commento della segreteria provinciale Pd. "È clamorosa la distanza di valori che separa il punto di avvio e quello di attuale approdo del suo percorso. Nel 2018 Patrizia Baffi è stata sostenuta da una comunità politica che ha tra i suoi riferimenti irrinunciabili il riconoscimento della lotta di Liberazione dal nazifascismo come fondamento della nostra democrazia ed ora, invece, rappresenterà un partito che ha una classe dirigente ed una base di sostenitori che vivono con malcelata insofferenza l’imminente ricorrenza. Se fosse davvero "coerente" dovrebbe quindi dimettersi, lasciando il seggio in consiglio regionale".