Teva di Nerviano, speranze congelate per 360 lavoratori

La società farmaceutica israeliana ha annunciato il subentro di una nuova proprietà. Si punta a mantenere l’impiego, ma il fatturato cala

Attesa per il futuro dei lavoratori

Attesa per il futuro dei lavoratori

Nerviano (Milano) - Mancano pochi mesi alla chiusura della Teva, la fabbrica farmaceutica israeliana di Nerviano che lo scorso anno aveva dichiarato di voler chiudere il sito milanese entro il luglio del 2022. Sono 360 le persone in trepidante attesa di novità che al momento rimangono congelate. Le buone notizie collegate allo stabilimento di Bulciago, che avrebbe cessato la produzione e sarebbe stato smantellato, hanno aperto a nuove prospettive per la fabbrica nervianese. La multinazionale israeliana aveva deciso di chiudere il sito lecchese per gli stessi motivi di quello di Nerviano: mancata garanzia della redditività necessaria. Da allora mesi di mobilitazione e quindi niente più dismissione del sito, con disponibilità alla cessione ad un potenziale compratore. Gli accordi sulla gestione della crisi hanno portato all’obiettivo principale di arrivare alla cessione del sito grazie al lavoro del team italiano di Sicor che ha gestito in modo eccellente la transazione. Lo scorso 19 gennaio la società farmaceutica israeliana ha annunciato il subentro di una nuova proprietà che consentirà ai dipendenti attuali di mantenere il proprio posto di lavoro con lo stabilimento che verrà rilevato dal gruppo Flamma presente dal 1950 in Italia, Cina e Stati Uniti d’America.

Parti sociali e Regione hanno lavorato affinché il sito produttivo rimanesse aperto con lavoro di squadra che ha visto la Regione protagonista nel mettere attorno allo stesso tavolo lavoratori, sindacati e proprietà per contribuire al mantenimento del posto di lavoro per tutti e 106 i dipendenti. Ora si lavora per una soluzione analoga per lo stabilimento Teva-Actavis di Nerviano, ma non c’è ancora nessuna notizia in merito alla fabbrica di Nerviano, dove emergono prepotenti i numeri dell’azienda: negli ultimi tre anni i volumi della produzione erano diminuiti con il 2019 che ha fatturato 16,89 miliardi di dollari, non più sufficienti per giustificare i costi. Arrivata a Nerviano nel 2016 quando aveva rilevato lo stabilimento da Actavis, aveva puntato a un ampliamento nel 2018. La transizione in atto a Bulciago aveva portato speranze anche a Nerviano, ma sembra che la nuova azienda non sia interessata al sito milanese, gelando di fatto le speranze di centinaia di famiglie. Fra i problemi legati alla multinazionale israeliana, anche quelli emersi in tribunale negli States settimane fa. Per la prima volta un’azienda farmaceutica è stata giudicata responsabile di aver contribuito alla crisi sanitaria degli oppioidi negli Stati Uniti. La Teva Pharmaceuticals ha minimizzato i potenziali rischi dei propri farmaci antidolorifici , ma il colpo non giova certo al sito nervianese.