Posto fisso? Ai giovani non interessa

Afol Ovest Milano segnala, oltre a un incremento degli avviamenti, una tendenza che sta emergendo

Lavoro

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Legnano (MIlano), 19 ottobre 2019 - Il posto di lavoro? Sono sempre meno i giovani che lo vogliono a tempo indeterminato. Anche lo scorso anno, quando i numeri del territorio hanno fatto registrare un aumento - purtroppo subito smentito dalle indicazioni del primo semestre 2019 – degli avviamenti. L’occasione per affrontare l’argomento è l’atlante statistico preparato dall’osservatorio socio economico di Afol Ovest Milanese, l’agenzia che si occupa del territorio di Legnanese, Magentino e Abbiatense, e che fotografa le tendenze demografiche e del lavoro.

Il primo dato di rilievo, in un territorio che soffre la mancanza di offerta lavorativa, è l’aumento del numero di avviamenti del 2018 (+2,8% nell’Alto Milanese e +10,8% in Magentino e Abbiatense). Tendenza già smentita dalle previsioni del 2019: «Si stanno accavallando interventi fortemente congiunturali - spiega il direttore di Afol, Maurizio Betelli - come l’inizio o la fine di nuove iniziative legislative: gli effetti dei bonus del jobs act, la trasformazione del decreto dignità e la riduzione dei contratti a tempo determinato dei quali non si è ancora capito quali siano stati gli effetti. Ci troviamo con interventi normativi che vanno a contrastare le profonde modifiche in corso. Questa è la giustificazione che possiamo trovare in questa mancanza di linearità. Da una parte posso dire che se continuiamo a fare interventi per rendere i contratti definitivi e a tempo indeterminato, dall’altra ci rendiamo conto che i comportamenti dell’offerta vanno in una direzione opposta».

E qui c’è l’altra tendenza: «I giovani il più delle volte non cercano il tempo indeterminato - continua Betelli -. Sono alla ricerca di quella che considerano l’“occupazione ideale“, è chiaro dall’atteggiamento durante i colloqui di selezione». Questo significa vedere soddisfatte soddisfatte richieste di salario e tempo libero che difficilmente si trovano da subito. Ma la professionalità c’è all’origine? «Andrebbe chiesto alle aziende ma, come percezione, è vero: le aspettative sono talvolta superiori a ciò che una persona può fare. Il futuro? Servono strutture in grado di accompagnare una generazione nei processi di cambiamento. Senza queste, saranno soli».