Buffon si racconta: "Zucchi? Investimento sbagliato, ma ho salvato famiglie"

Il portiere Gianluigi Buffon da Maurizio Costanzo: a Rescaldina investimento sbagliato

Gianluigi Buffon insieme a Matteo Zucchi

Gianluigi Buffon insieme a Matteo Zucchi

Rescaldina (Milano), 18 febbraio 2018 - «Zucchi? Sicuramente un investimento sbagliato, però qualche soddisfazione l’ha data. Qualche giorno fa ero a Milano a fare merenda con i miei figli, mi si è avvicinato un operaio della Zucchi e mi ha detto “Buffon, le volevo dire grazie perché anche se so che l’investimento non è andato benissimo, noi abbiamo ancora il nostro posto di lavoro e l’azienda grazie ai suoi sforzi si è salvata"». È un Gianluigi Buffon evidentemente emozionato quello che racconta un aneddoto della propria esperienza alla guida di Zucchi, storico marchio del settore della biancheria per la casa nel quale il portiere della Juventus e della Nazionale italiana di calcio ha investito decine di milioni di euro nel corso di alcuni anni. Un aneddoto molto particolare, che la leggenda bianconera ha raccontato in tv a «L’intervista», programma condotto da Maurizio Costanzo e in onda su Canale 5.

Un aneddoto, quello del ringraziamento di un lavoratore Zucchi all’ormai ex patron dell’azienda, che dà conto dell’impegno che Buffon ha messo pur in una situazione di certo non semplice come era quella nella quale versava l’azienda con sede a Rescaldina. «Diciamo che un certo tipo di finanza la frequento da un 20-25 anni - ha spiegato Buffon -. Non dico che io ne capisca, ma la conosco. Di conseguenza si possono fare degli investimenti alcuni giusti, alcuni sbagliati. In questo caso è stato sbagliato». Un investimento sbagliato, del quale l’atleta però non ha detto di essersi pentito. Anche perché effettivamente il suo ingresso all’interno di Zucchi ha cambiato un destino che sembrava segnato. Grazie anche alla sua immagine di campione, infatti, il calciatore ha rilanciato Zucchi sul piano internazionale rendendola poi appetibile, anche attraverso l’immissione di capitali, alla società Astrance che ne ha poi rilevato le quote al comando dell’impresa tessile.