Legnano, sul teleriscaldamento pesano i certificati neri

Amga a caccia di energia da fornitori esterni per alimentare il suo impianto di riscaldamento

L’intervento di alcuni operai e tecnici di Amga

L’intervento di alcuni operai e tecnici di Amga

Legnano (Milano) - Amga si mette a caccia di energia da fornitori esterni per alimentare il suo impianto di teleriscaldamento così da attenuare il peso dei "certificati neri" che nell’ultimo bilancio certificato hanno costituito una voce sempre più importante: la soluzione potrebbe essere l’accordo che si sta discutendo in questi mesi con una società di Castellanza e che fornirà così altra energia necessaria al funzionamento dell’impianto.

Riparte da qui la travagliata storia del teleriscaldamento di Amga Spa, nato nel 2000 e poi capace di attraversare mille polemiche tra le parole di chi lo ha definito una vera e propria Ferrari e chi, polemicamente, lo aveva ridotto al rango di un’Alfasud ormai datata. L’obiettivo era quello di allacciare a tappeto case e condomini di Legnano e Castellanza, ma tra problemi di pubblicizzazione e commercializzazione, sommati ai limiti dell’impianto, le difficoltà non sono mai state completamente superate. L’ultimo bilancio di Amga, quello che chiudeva al dicembre 2020, presentava un calo del 16,2% rispetto al precedente (quasi 2 milioni in meno) e le variazioni principali erano dovute, oltre che alla gestione dei parcheggi, al teleriscaldamento. Il fatturato del teleriscaldamento è diminuito di 859mila euro rispetto al 2019 per il calo dei volumi dovuto sia all’emergenza epidemiologica, che ha comportato la chiusura di alcune utenze (come le scuole), sia alla stagione termica eccezionalmente più calda rispetto agli anni precedenti e della riduzione delle tariffe di vendita derivanti dal crollo dei prezzi di mercato del gas naturale.

Passando alle tendenze del 2021, eccoci al punto: il 2021 è stato un anno nero per i prezzi di mercato delle quote di emissione di CO2, i cosiddetti "Certificati neri", che si sono quasi triplicati rispetto alla media del 2020, toccando negli ultimi giorni la quota record di 70 euro per ogni titolo. Per Amga questo ha comportato un costo di acquisto dei certificati ben oltre le previsioni sia a livello economico che finanziario e le previsioni per l’anno non sono positive: per questo, si è deciso di accelerare la ricerca di una soluzione alternativa e cioè il ricorso a fonti di approvvigionamento di energia termica sul mercato, per ridurre quanto più possibile la produzione interna con la propria centrale a gas e limitare l’emissione di CO2.

Alla fine 2021 sono iniziati i contatti con una società produttrice di energia elettrica tramite cogenerazione di Castellanza e il momento è particolarmente delicato anche perché gli scenari del settore sono in rapida evoluzione: il confronto dovrebbe portare a una conclusione entro breve anche perché la centrale di cogenerazione, in via di realizzazione, entrerà in funzione a giugno.