CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Patrizio Donati, addio al veterinario morto a Cerro Maggiore. Amici e cinofili increduli: “Non possono essere stati i cani”

La Procura ha deciso di non eseguire l’autopsia, restituendo la salma ai familiari. Rimangono i tanti interrogativi dopo la tragica scomparsa

Patrizio Donati aveva 72 anni Insieme alla moglie Ksenija gestiva l’allevamento La Baia Azzurra a Cerro Maggiore

Patrizio Donati aveva 72 anni Insieme alla moglie Ksenija gestiva l’allevamento La Baia Azzurra a Cerro Maggiore

Legnano (Milano) – Un ultimo saluto alla Casa funeraria Giardino degli Angeli a Legnano per Patrizio Donati, il veterinario trovato morto domenica nel giardino di casa a Cerro Maggiore.

La Procura ha deciso di non eseguire l’autopsia, restituendo la salma ai familiari. Rimangono i tanti interrogativi dopo la tragica scomparsa dello stimato veterinario e allevatore di alani, trovato senza vita dalla moglie. Il corpo presentava ferite al cranio e a un braccio, compatibili con morsi di cane, alimentando l’ipotesi di una fatale aggressione da parte di due dei dodici cani presenti, sporchi di sangue.

Tuttavia la Società italiana alani, attraverso la presidente Cinzia Mangano, ha respinto l’ipotesi di un’aggressione: «Gli alani non sono animali aggressivi. Sono affettuosi, giocherelloni e legati profondamente ai loro padroni. Parlare di un attacco mortale è una falsità che offende sia la razza che la memoria di Donati». I recinti degli alani erano aperti e Donati stava curando uno degli esemplari quando si sarebbe verificata la tragedia. Il veterinario era conosciuto come “il re degli alani“ per la sua passione e competenza nell’allevamento di questa razza e gestiva con la moglie Ksenija l’allevamento La Baia Azzurra, rinomato per la selezione di esemplari di alta qualità, sia dal punto di vista sanitario che caratteriale.

Secondo gli amici e i vari cinofili, molti dei quali presenti al funerale, l’ipotesi di una morte dovuta a un malore, seguita dai morsi degli alani nel tentativo di “risvegliarlo“, appare la più plausibile. Le indagini hanno comunque portato all’osservazione dei due esemplari sporchi di sangue, da parte dell’Azienda sanitaria Milano Ovest: il loro destino è per ora in bilico.