La manifattura dell’Alto Milanese? Tiene

La produzione industriale è risultata in lieve progresso per i comparti meccanico e moda, mentre è rallentata per il chimico-plastico

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di Christian Sormani

Secondo trimestre dell’anno setabile per l’attività manifatturiera dell’Alto Milanese che ha evidenziato un andamento ancora positivo, sebbene con alcune differenze settoriali. La produzione industriale è infatti risultata in lieve progresso per i comparti meccanico e moda, mentre è rallentata per il chimico-plastico. In leggero miglioramento anche il fatturato, grazie ai maggiori prezzi di vendita, e il livello delle scorte di prodotti finiti. Il 55% delle imprese del campione ha rilevato rispetto al trimestre precedente un incremento nelle vendite, il 25% una riduzione e il 20% ricavi stabili. Le previsioni a breve termine sono però orientate alla cautela. Con riferimento ai prossimi sei mesi, il 37% delle aziende si attende di innalzare il volume delle vendite, percentuale in diminuzione rispetto alla rilevazione precedente; il 40% un consolidamento, e solo il 22% una contrazione. Stazionaria la consistenza del portafoglio ordini interno ed estero. L’indagine mostra un ricorso al credito invariato, anche per il recente rialzo dei tassi da parte della Bce e il termine del regime temporaneo di aiuti istituito con l’emergenza Covid. Sostanzialmente stabili i livelli occupazionali. Il settore meccanico mostra un secondo trimestre con segno più per la produzione industriale. Fatturato in crescita per oltre due terzi del campione, e utilizzo degli impianti soddisfacente. In moderata salita anche il portafoglio ordini sia interno sia estero. Le imprese si mantengono caute nelle previsioni a medio termine: le aspettative di fatturato a sei mesi sono ancora positive per circa il 40% circa delle aziende, in diminuzione con quanto emerso nel trimestre scorso. Passa dal precedente 53% al 67% la quota di imprese che ha in programma acquisti di macchinari e impianti. I settori tessile-abbigliamento e calzaturiero mostrano invece una produzione industriale e livello degli ordinativi sostanzialmente inalterati, con il fatturato in moderato aumento per motivi stagionali.

Le aziende riescono con difficoltà a trasferire sui listini prezzi il rincaro materie prime impiegate nel processo produttivo, con conseguenti tensioni sulla marginalità. Permane nel settore una certa prudenza: solo il 38% delle aziende si attende nel secondo semestre dell’anno un innalzamento del fatturato e il 50% manifesta l’intenzione di effettuare nuovi investimenti. In frenata i settori lavorazione materie plastiche e chimico. In lieve calo la produzione, con il livello degli ordinativi interni ed esteri ancora in contrazione.