
Roberto Mira e Mariarosa Ruggeri
Castano primo (Milano), 27 settembre 2019 - Novant'anni in continua evoluzione. Una vita. Il Bar Mira ha tagliato proprio quest’anno un traguardo invidiabile e che non tante attività in tutta la Lombardia possono dire di aver vissuto: le 90 candeline. Un compleanno importante, che è stato festeggiato dall’Amministrazione comunale anche con la consegna alla famiglia Mira di una targa celebrativa. A dare il via all’avventura di questa famiglia è stato nel 1929 Luigi Mira è l’attività era diversa rispetto a quella attuale. "Mio nonno a dieci anni andava a Milano a studiare pasticceria - racconta Roberto Mira, attuale titolare del bar di piazza Mazzini -. Il suo desiderio era proprio quello di aprire una pasticceria. E infatti all’inizio il bar Mira era soltanto pasticceria". La prima sede era in via Martiri Patrioti, così come la seconda. Che era dove attualmente c’è il “Gamba de legn”. Poi, nel 1997 la terza generazione ha preso le redini dell’attività e la sede si è spostata dove si trova attualmente ovvero in piazza Mazzini. In mezzo c’è stata la gestione di Gianni Mira e di sua moglie Mariarosa Ruggeri, genitori di Roberto. "Negli ultimi anni mia moglie Dalia, che è nutrizionista, mi sta aiutando negli abbinamenti di cibo e bevande - sottolinea il gestore Roberto Mira -. Stiamo modificando le nostre prospettive proponendo anche tisane, acqua detox e abbinamenti salutisti. D’altro canto adeguarsi alle nuove tendenze dei tempi significa anche cambiare, senza snaturarsi però". Già perché la natura del Bar Mira è rimasta sempre la stessa in questi novant’anni: "Il bar è sempre un punto di riferimento per chi vuole fare due chiacchiere o semplicemente staccare un po’ dalla routine quotidiana". Con il passare del tempo sono cambiate anche le abitudini della clientela. "In passato il paese era un po’ più “paese”, ci si conosceva tutti e il bar era un luogo in cui fare amicizia e chiacchierare - prosegue il titolare -. Oggi invece si esce di meno e la sera si torna tutti a casa a guardare la televisione. Si è un po’ persa questa dimensione della socialità". "A cosa non rinuncerei di questo lavoro? A stare in mezzo alla gente, questo è l’aspetto che mi è sempre piaciuto di più - prosegue -. Sono cresciuto dietro il bancone del bar e la parte più divertente e piacevole del nostro lavoro è proprio il contatto con la gente". Cosa si augura per i prossimi novant’anni del Bar Mira il suo titolare? "Spero che si torni a lavorare un po’ di più e che le tasse non continuino ad essere così stringenti. In passato il lavoro consentiva anche di mettere da parte discrete cifre e quindi si potevano fare investimenti. Oggi invece si lavora soltanto per poter riuscire a pagare le tasse. Andare avanti in questo modo è davvero difficile".