Perché il Lecco rischia l’esclusione dalla Serie B. Intanto Di Nunno si prepara al ricorso

La pec con l’ok del Prefetto di Padova sull’utilizzo dell’Euganeo per le gare interne è stata inviata fuori tempo. L’iscrizione in cadetteria non sarebbe corretta, la parola passa agli organi competenti ma il club darà battaglia

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Il Lecco non vuole perdere la serie B e farà di tutto, in tutte le sedi competenti, per riuscirci. Con la forza di chi ha molte carte da giocare. C’è un’atmosfera che ha del surreale intorno al Lecco, una squadra che contro ogni pronostico è riuscita nell’impresa di centrare la serie B e di regalarla ad una tifoseria appassionata nella gran "notte" di domenica quando ha superato anche al ritorno il Foggia nella finale dei playoff di Lega Pro.

Una città che ha vissuto un’ubriacatura di gioia per alcuni giorni ma che da ieri mattina è piombata in un alone di tristezza misto a incredulità. In una serata o poco più si è passati dalla gioia per una B che sulla sponda manzoniana del Lario non si vedeva da 50 anni… alla possibilità che la squadra torni in C o, come qualche "cassandra" ha annunciato ieri, addirittura in D. Perché le iscrizioni alla C sono chiuse. Sarebbe una "catastrofe" sportiva clamorosa e praticamente senza precedenti. Una "disgrazia" calcistica.

Tutto nasce dalla impossibilità di adeguare il Rigamonti–Ceppi alle norme previste dalla Lega B per potervi giocare. Ma chiariamo le cose che sono precipitate ieri. Sebbene di ufficiale non ci sia nulla, pare che la domanda di ammissione del Lecco in serie B possa essere rifiutata per "irregolarità nei tempi della presentazione" o comunque per qualcosa che non va.

La richiesta del campo al Padova è arrivata poco prima della scadenza dei termini dell’iscrizione, come ha dichiarato a Padova Sport l’Ad dei patavini. D’altronde il doppio utilizzo di un campo per due categorie differenti non è di certo un problema. Ma allora cosa mancava a questa "benedetta" o "maledetta" domanda di iscrizione?

Nella domanda non ci sarebbe stato l’ok del Questore e del Prefetto di Padova, come impone la norma. Ok che, invece, è arrivato solo ieri. Sarebbe questa la "gravissima" motivazione che potrebbe portare all’esclusione del Lecco? Sarebbe una cosa tipicamente italiana, perché vista l’esiguità del tempo passato tra la promozione e quello per la presentazione della domanda… magari un po’ di elasticità non guasterebbe. Anche perché i playoff sono terminati il 18 giugno e non l’11. Sarebbe una assoluta prima volta perché mai prima d’ora, a memoria, una squadra non è stata iscritta a causa di un vizio di forma.

Il Lecco, dal punto di vista economico, ha fornito tutte le garanzie alla Lega B e quindi da questo punto di vista la situazione è a posto. Punto. Ma siamo sempre nel campo delle ipotesi, perché di ufficiale non c’è nulla. Dalla Lecco Calcio tutto tace e le ipotesi che circolano sono tante. A Lecco sono in attesa di comunicazioni. Intanto si prepara il piano B e cioè l’eventuale battaglia legale che la società bluceleste potrebbe affidare, come sembra, allo studio dell’avvocato bolognese Mattia Grassani, uno dei massimi esperti italiani di diritto sportivo. Vedremo.

Intanto c’è una persona che, giustamente, è convinta e spera che il Lecco venga iscritta alla serie B ed è il tecnico Luciano Foschi. "La serie B noi l’abbiamo conquistata sul campo – ha detto Foschi ieri – nessuna ce la può togliere. A quanto mi risulta è tutto a posto, certo che abbiamo dovuto adempiere a tutte le norme per l’iscrizione in due giorni quando in passato c’era molto più tempo. La società è pronta comunque a far tutto quello che è richiesto e nella prossima stagione giocheremo in B. Sono fermamente convinto che tutto si sistemerà e che giocheremo nel nostro stadio. In Italia passiamo sopra a cose importantissime e poi si guarda il cavillo… A nessuno è venuto in mente di spostare la scadenza delle iscrizioni dopo lo slittamento dei playoff?". Se fosse un cavillo, il Lecco non avrebbe problemi a vincere l’eventuale causa. Se fosse un cavillo!