DANIELE DE SALVO
Politica

Colico al bivio secessione: meglio con Sondrio o con Lecco? Seduta pubblica e audizioni

A confronto il comitato per l’unione con il capoluogo valtellinese e quello che si oppone. Verranno sentiti nei prossimi giorni in Consiglio comunale su pro e contro

Uno scorcio di Colico

Uno scorcio di Colico

Colico (Lecco) – Il Bitto sposerà l’agone? La risposta ai consiglieri comunali di Colico. Cominciano le audizioni sulla proposta di secessione di Colico dalla provincia di Lecco per passare in quella di Sondrio. Si parte subito dopo Pasqua, con la convocazione dei promotori del comitato “Il Bitto sposerà l’agone?“ - il bitto è il formaggio tipico della Valtellina, l’agone il pesce per eccellenza del lago di Como -, che chiedono appunto che Colico lasci la provincia di Lecco per unirsi a quella di Sondrio.

Lo annuncia il sindaco Monica Gilardi: “Mercoledì 23 aprile alle 20.30 in sala consiliare avrà luogo l’audizione del comitato, al fine di illustrare i contenuti, le finalità e le motivazioni alla base dell’iniziativa sul passaggio del Comune di Colico dalla provincia di Lecco alla provincia di Sondrio”. La seduta è pubblica. In seguito verranno ascoltati i “laghee“ del comitato “Colico resta con Lecco“, che invece sono contrari appunto al passaggio del paese dell’Alto Lario in Valtellina. Gli scissionisti, supportati dagli economisti della Luigi Bocconi, oltre che da politici di rango come l’ex sindaco e deputato leghista Ugo Parolo, sostengono che ai colichesi convenga diventare valtellinesi perché avrebbero a disposizioni più risorse per strade, istruzioni, turismo, sicurezza e avrebbero un maggior peso politico.

I lealisti ovviamente il contrario. In attesa delle audizioni, i consiglieri di minoranza uniti, dai banchi di opposizione accusano il sindaco Monica Gilardi di non voler prendere posizione, insinuando anzi di strizzare l’occhio ai secessionisti: “È risaputo che gran parte dei membri del comitato pro Sondrio siano esponenti politici locali che sostengono la maggioranza”. “Non intendo in alcun modo arrogarmi una decisione di tale rilevanza senza un ampio consenso popolare – ribadisce la prima cittadina -. L’iniziativa spetta ai cittadini, unici titolati a esprimersi e a manifestare la propria volontà”. In realtà sulla questione devono poi esprimersi sia in Regione, sia i parlamentari con un apposita legge in caso di cambio di provincia.