Gelo alla Vismara, Amadori ritira l'offerta di acquisto

Il Gruppo Ferrarini è oberato dai debiti e le banche fanno pressing. Rischiano i 180 dipendenti del marchio di Casatenovo

Lo stabilimento Vismara di Casatenovo

Lo stabilimento Vismara di Casatenovo

Casatenovo (Lecco), 3 ottobre 2019 - Contrordine alla Vismara di Casatenovo, anzi un vero e proprio dietrofront che rischia di diventare una Caporetto su tutta la linea. I vertici del gruppo Amadori non sono più interessati a comperare lo storico marchio casatese ed hanno interrotto le trattative per il passaggio di consegne dell’asset brianzolo della Ferrarini sull’orlo del fallimento.

Hanno già comunicato la decisione al giudice fallimentare del tribunale di Reggio Emilia Niccolò Stanziani Maserati incaricato di seguire la vicenda ed al commissario giudiziale, che è il commercialista reggiano Franco Cadoppi, il quale dal canto suo non ha potuto altro che presentare istanza di revoca del concordato preventivo. Significa che il colosso alimentare degli insaccati, fondato nel 1898, di cui solo nel 2011 è stato inaugurato il nuovo stabilimento di Cascina Sant’Anna al posto di quello del centro cittadini, rischia di chiudere. E significa soprattutto che i circa 180 addetti, tra una trentina di impiegati e 150 operai della produzione, già diminuiti di una cinquantina di unità rispetto ai 230 in servizio ad agosto 2018, potrebbero presto trovarsi disoccupati. «Siamo molto preoccupati», confermato Massimo Sala della Flai Cgil ed Enzo Mesagna della Flai Cisl, che dovrebbero incontrare il commissario giudiziale per tracciare il punto della situazione sempre più complicata. I debiti della Ferrarini ammonta infatti a quasi 200 milioni di euro, 50 dei quali dipendono solo dalla Vismara, tanto che i funzionati di Banca Intesa per tutelare il credito che vantano hanno pignorato beni per 32 milioni. Al momento i più interessati ad un possibile salvataggio della Vismara sarebbero i messicani della Sigma Alimentos, già proprietari della Fiorucci. In lizza potrebbero esserci anche i valtellinesi della Pini che hanno presentato un’offerta di 10 milioni di euro. Qualcosa di più forse lo si saprà solo dopo le assemblee dei creditori, spostate dal 22 ottobre al 22 gennaio quella della Vismara, al 28 febbraio della Ferrrini.