Merate, Gicar cresce con le schede elettroniche intelligenti

L'azienda è specializzata nelle schede per le macchine da caffè ma realizza il "cervello" anche di altri numerosi apparecchi

I vertici dell'azienda

I vertici dell'azienda

Merate (Lecco), 25 febbraio 2018 - Il caffè della pausa alle “macchinette” dell’ufficio. La pizza per la cena, già cotta nei grandi forni elettrici. Il cornetto alla gelateria del corso durante la passeggiata coi bambini. Gesti quotidiani che migliorano la nostra vita. A renderli possibili sono elettrodomestici o apparechiature industriali, funzionanti grazie alle schede elettroniche. Nata mezzo secolo fa a Merate, Gicar le produce nei laboratori di via Como. Specializzata nell’automazione delle macchine da caffè, delle quali è leader in Italia, l’azienda è diretta da Donatella Arlati. «I piedi in Brianza, la testa nel mondo. Per sintetizzarle la nostra filosofia – spiega – uso le parole di mio padre, Giuseppe, morto nel maggio 2016. Era stato lui, negli anni Novanta, a capire che le schede elettroniche avrebbero potuto diventare il futuro dell’azienda. Così la realizzazione di quelle che vengono inserite per l’automazione delle macchine da caffè, degli alimentari e di molto altro, è diventato il nostro core business». Realtà industriale in continua crescita, la Gicar produce schede anche per lo spillamento delle acque, pulsantiere, macchine stiratrici, lavastoviglie e lavatrici industriali, lavabicchieri, medicale (sterilizzatrici, dentistica). Nonché dosatori e contatori volumetrici, elettromeccanica altamente specializzata.

«Questi ultimi, con i quali il cugino di mio padre aveva cominciato l’attività – afferma Donatella Arlati – vengono realizzati nel nuovo stabilimento aperto nel settembre 2018. Siamo tra quelle che vengono definite aziende 4.0». È il 1963 quando, a Usmate Velate pochi chilometri da Merate, Giovanni Cantara comincia a costruire, ancora una volta nel garage di casa, regolatori di livello. «Il nome dell’azienda nasce dalle sue iniziali, la “r” sta invece per regolatori – ricorda la presidente – l’azienda cresceva e Giovanni chiese a papà, che a Osnago aveva già fondato la Larga (meccanica) di dargli una mano». Il commendator Giuseppe Arlati, come qui lo chiamavano tutti, era molto conosciuto. Imprenditore illuminato, era stato tra i fondatori dell’associazione Italia-Cina, vicepresidente, vicario, del Centro Estero Camera di Commercio lombarda, nonché vicepresidente di quella comasca.

A Como (Lecco non era ancora separata) era stato anche assessore provinciale ai lavori pubblici. Molti lo ricordano, ogni anno, all’inaugurazione della Fiera di Osnago, kermesse che raccoglieva le realtà economiche del lecchese-comasco e milanese. L’ingresso di Giuseppe Arlati lascia il segno. Verso la metà degli anni Settanta Gicar comincia a costruire i dosatori per le macchine da caffè. Del 1989 è il trasferimento a Merate in via Fratelli Cernuschi. I dipendenti sono una cinquantina. Nel 1990 la realizzazione del nuovo stabilimento di via Como. Quattro anni dopo Arlati rileva l’intera azienda.

«Lavoriamo per il settore hotel, ristorazione, caffè con certificazione Italcheck, ovvero lavorazione cento per cento italiana – spiega Ugo Bruzzone dello staff direzionale – dei 20 iniziali, siamo ora 150 dipendenti». «Le schede sono dentro le macchine di clienti che esportano nel mondo – sottolinea la presidente – siamo nel mondo, come noi del resto». «Qui arrivano tutti, clienti piccoli e grandi. Entrano con un’idea ed escono col prodotto finito – aggiunge Giovanni Grasso, consulente – ma vogliamo crescere con gradualità, che rimane una nostra caratteristica. Ci riconosciamo nelle definizione di partner affidabile». Il ruolo sociale che Giuseppe Arlati era solito dare a tutte le sue attività, si vede anche alla Gicar. «Fin dagli anni Settanta - conclude la dottoressa Arlati - i dipendenti ricevono la 14° mensilità. Se, oltre a quelli della 104 (legge per l’assistenza ai familiari, ndr) hanno qualche problema personale, se ne parla e si trova il modo per dare loro una mano». Insieme ad un lavoro e un futuro certo, a noi sembra molto.