Alessandro Barbero a Lecco: “I Promessi Sposi? Mi annoiavano, come la storia”

La confessione dello storico che ha vinto il Premio Alessandro Manzoni alla Carriera

Lecco, 11 novembre 2023 – “I promessi sposi mi annoiavano, non c'è niente da fare”. Ad essere annoiato dai Promessi Sposi era il giovane Alessandro Barbero da liceale classico di fine anni '70. Lo confessa lo stesso storico e scrittore, ospite giovedì sera a Lecco, città dei Promessi sposi, durante la serata per consegnargli il Premio Alessandro Manzoni alla Carriera. Anche la storia lo annoiava, ha confessato. Poi, da grande, quando li ha riletti tutto d'un fiato, senza note di commento, ha esclamato “Accidenti”.

Alessandro Barbero
Alessandro Barbero

I Promessi Sposi

“L'ironia così del Manzoni durante l'adolescenza non è il tipo di cosa che ti attrae, come tutte le cose che devi fare per forza a scuola – spiega Barbero -. Del resto anche la storia era noiosissima e mi dicono lo è tutt'ora. Il problema è che la scuola purtroppo rischia di imporre la conoscenza di cose che bisogna conoscere, ma che, siccome ti vengono imposte, automaticamente provocano anche una reazione di rigetto. I Promessi Sposi li ho riletti dopo, senza note o con pochissime note, e ovviamente a quel punto me lo son letto tutto d'un fiato e ho detto ''accidenti''".

La poesia del Manzoni

La poesia del Manzoni invece la trovava ridicola: Peggio: la considerava comica, grottesca, e con lui i suoi amici e compagni, anche quelli più bravi e intellettuali. “Il Manzoni l'ho scoperto tardi, perché come tutti l'ho scoperto troppo presto – racconta l'esperto di storia medievale, che già nel 2011 aveva vinto il Premio Romanzo storico del Premio letterario internazionale Alessandro Manzoni -. La poesia del Manzoni per un ragazzo degli anni '70 era assolutamente quanto di più ridicolo, comico grottesco, si potesse immaginare. La poesia di Manzoni era da sghignazzare”.