e Francesco Lommi
Un tremore appena percepibile. Una micro scossa che ha increspato l’acqua. "Quel ramo del lago di Como" è un classico dai tempi di Manzoni. Ma sotto cosa succede? La risposta non può darla la letteratura, ma la scienza dell’abate Stoppani, il papà della geologia, che quel ramo del lago di Como e le montagne attorno al lago le conosceva bene, perché lì è nato.
I tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia l’altra notte hanno registrato un terremoto che ha fatto oscillare i bracci dei loro sismografi. E’ successo alle 4.09 e 22 secondi di venerdì. Hanno localizzato l’epicentro del sisma a 7 chilometri di profondità, una latitudine di 45.95 gradi e una latitudine di 9.27, cioè 7 chilometri sotto il ramo lecchese del lago di Como, tra Lierna, sulla sponda orientale, e Oliveto Lario, su quella occidentale.
È stata una scossa di una magnitudo di 2.5 della scala Scala Richter. È un’intensità molto modesta, in pochi se ne sono accorti, vista anche l’ora, e non sono stati registrati danni, tantomeno si sono verificati tsunami del lago. La mattina è stata effettuata solo una telefonata ai vigili del fuoco, per segnalare una crepa in un muro: difficile dire se sia una conseguenza del terremoto oppure, più plausibilmente, se si tratti di una vecchia fenditura che nessuno aveva mai notato prima.
"Si è trattato di un terremoto veramente di bassa intensità – conferma Francesca Pacor, direttrice della sezione di Milano dell’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia -. Scosse di questa intensità sono molto comuni. In più è avvenuta in una zona a bassa sismicità. I terremoti nella zona del Lago di Como sono rari e deboli". Tra un terremoto in superficie e un terremoto sott’acqua non c’è differenza: "I principi e le cause sono le stesse: lo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo. Quando ciò avviene sott’acqua si possono creare fenomeni come il maremoto e, nei casi estremi, uno tsunami. La profondità del fenomeno è quella giusta per provocare uno spostamento d’acqua che invada il territorio circostante, ma l’intensità dev’essere di molto superiore". Ma questo, per il lago di Como, non è uno scenario plausibile.