Scoperta maxi frode fiscale Coinvolte 32 società edili

Bergamo, organizzazione sgominata dalla Gdf. Sette arresti e sequestro di oltre sei milioni di euro

Scoperta maxi frode fiscale  Coinvolte 32 società edili

Scoperta maxi frode fiscale Coinvolte 32 società edili

I ruoli erano ben distinti. Al vertice c’era il "capo", A.M. 49 anni, di Calcinate, recidivo, ritenuto dagli inquirenti l’organizzatore dell’attività illecita e amministratore di fatto di tutte le società coinvolte nell’indagine. Poi appena sotto ecco il "boss", M.L. 55 anni, di Martinengo, con precedenti, il dominus dell’organizzazione, ideatore di società cartiere e procacciatore di cash courier all’estero. Nell’ambiente veniva chiamato "Marco Carta", per la sua attitudine all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sotto loro la commercialistaconsulente del lavoro, E.D.O, 61 anni, di Romano di Lombardia, ma per i sodali era "Giusy o Francy". Nel 2019 aveva riportato una condanna a 4 anni. Tutti e tre sono in carcere. Altre quattro persone sono ai domiciliari. Poi i prestanome, le teste di legno. Tutti devono rispondere di associazione per delinquere in relazione a condotte di evasione e frode fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio di proventi illeciti. Queste le accuse per le quali i militari della Guardia di Finanza di Bergamo, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, hanno dato esecuzione a un’ordinanza con misure. Il provvedimento prevede il sequestro finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di oltre 6,6 milioni di euro. Contestualmente, sono state effettuate una ventina di perquisizioni in altre quattro province: Milano, Brescia, Cremona e Mantova. Nel mirino sette società, di fatto, di comodo, utilizzate per la sistematica emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’omessa dichiarazione delle imposte e l’indebita compensazione dei debiti tributari. Almeno una quarantina gli imprenditori coinvolti e decine le società-schermo con un imponibile sottratto superiore a 30 milioni di euro e un’evasione di oltre un milione di euro. L’operazione si inserisce in un’indagine, coordinata dalla procura e svolta dai finanzieri della Compagnia di Treviglio, in relazione a condotte illecite attuate nella Bassa Bergamasca da 74 persone. L’ingente frode fiscale avrebbe consentito a 32 società edili l’evasione di tutti gli oneri, anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 37 milioni di euro. Gli imprenditori e e le loro squadre di operai, sono risultati assunti formalmente, in qualità di dipendenti, dalle società-schermo, continuando a gestire di fatto le ordinarie attività aziendali. Le indagini hanno consentito di individuare un commercialista e una consulente del lavoro che operavano in qualità di professionisti addetti alla gestione burocratica delle varie società. Francesco Donadoni