
Altri trecento sassi sono stati posizionati nel Caldone
Lecco, 27 aprile 2018 - Un progetto per prevenire il rischio idrogeologico. Ben trecento sassi «speciali» sono stati rilasciati nel torrente Caldone, nel rione lecchese della Bonacina. Speciali perché colorati di giallo e con un sensore all’interno. «Abbiamo risultati precisi sul flusso delle acque, in caso di forti piogge – afferma la professoressa del Politecnico di Milano Monica Papini –, mentre conosciamo ancora poco del trasporto solido, ovvero del materiale che viene trasportato dai fiumi. La scelta è ricaduta sul Caldone per gli allegamenti che si verificano in via Carlo Porta. Questo per noi è un laboratorio a cielo aperto». Il progetto, denominato Smart-Sed, è arrivato alla terza edizione ed è curato dal campus di via Previati. «In questo modo cerchiamo di validare i nostri studi grazie a esperimenti sul campo – spiega la docente del Politecnico Laura Longoni –. Abbiamo raccolto i sassi direttamente dal Caldone, per evitare di alterare il sistema del corso d’acqua. Sono stati pitturati e cavati perché all’interno sono stati inseriti dei transponder che vengono utilizzati per lo sviluppo di modelli matematici utili a prevedere la dinamica delle alluvioni».
A lavorare al progetto ci sono una ventina di studenti e dottorandi con diverse competenze, a partire dagli ingegneri idraulici per proseguire con matematici e statistici. Grazie allo spostamento dei sassi dopo ogni evento, come piogge o temporali, gli esperti potranno capire cosa accade davvero nei corsi d’acqua e prevenire quindi alluvioni e frane. Per questo collaborano allo studio anche Comune, Provincia e Vigili del fuoco. Non solo, il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo con 190mila euro.
«Abbiamo scelto di parteciparvi perché coniuga prevenzione, interesse per l’ambiente e ricerca scientifica» sottolinea Enrico Rossi, membro della commissione ambiente della Fondazione. Entusiasta anche il comandante provinciale dei Vigili del fuoco Roberto Toldo: «Si tratta di uno studio molto importante perché ha ricadute in funzione del controllo del territorio e della sicurezza. Siamo contenti di partecipare». Il progetto potrà essere esportato anche in altre zone d’Italia ed è possibile grazie al rapporto inusuale che c’è tra il Politecnico e l’Amministrazione comunale.
«C’è ancora qualcuno in Italia che crede nella ricerca – indica il prorettore del polo lecchese Manuela Grecchi ringraziando il sindaco di Lecco Virginio Brivio –, questo grazie alla collaborazione che c’è tra gli enti, cosa non comune». L’assessore all’Urbanistica Gaia Bolognini, dal canto suo, elogia il campus: «Stiamo operando con fatti concreti per quanto riguarda il rischio idrogeologico –. La nostra città, grazie al Politecnico, è un laboratorio costante. Siamo operativi per far sì che questi progetti possano concretizzarsi».