Reddito di cittadinanza: la metà dei lecchesi trova un lavoro

Su 2.439 convocati, in 1.211 (49,7%) hanno avuto almeno un contratto durevole

L’assegno è stato introdotto nel 2019

L’assegno è stato introdotto nel 2019

Lecco - Metà dei lecchesi che hanno incassato il reddito di cittadinanza ha trovato un lavoro. Solo il 16% è stato però reclutato per un posto fisso a tempo indeterminato. Significa che appena il 7% si è in qualche modo sistemato. Dall’introduzione del reddito di cittadinanza ad aprile 2019 sino alla fine del 2021, gli incaricati dei Centri per l’impiego provinciali lecchesi insieme ai navigatori di Anpal hanno convocato a rapporto 2.439 dei 2.797 percettori dell’aiuto di Stato. Rispetto ai 358 non ancora convocati, per 252 è decaduto l’assegno di sostegno statale, a 21 è stato revocato e per gli altri 30 la domanda è terminata, quindi solo 55 devono ancora essere convocati per una proposta di lavoro, cioè meno del 2%. Sui 2.439 invece convocati, in 1.211, pari al 49,7%, hanno avuto almeno un contratto di lavoro durevole. A loro si aggiungono 67 che hanno svolto un tirocinio e 6 destinati ai lavori socialmente utili.

Dei 1.211 fortunati, 195 si sono guadagnati un contratto a tempo indeterminato, 919 a tempo determinato, 75 sono stati presi come colf e badanti e in 22 si sono dovuti accontentare di un co.co.co. Tra i 1.155 a cui non è stato possibile proporre nulla oppure che non hanno voluto accettare offerte, in 519, pari al 44,9%, rimangono iscritti alle liste di collocamento, mentre ai rimanenti 636 ormai ex percettori del reddito di cittadinanza sono stati comunicati provvedimenti di decadenza, revoca o termine. Significa che è ancora in carico ai Centri per l’impiego il 21,3 % dei beneficiari del reddito minimo garantito. «Un dato interessante, migliore della media nazionale del 30% circa – commentano da Villa Locatelli – Emerge inoltre un livello di occupabilità dei percettori e un’elevata capacità dei Centri per l’impiego lecchesi, in sinergia coi navigator, di contribuire a un risultato occupazionale positivo. È importante evidenziare la disponibilità degli imprenditori ad assumere anche persone con un livello di istruzione e qualificazione professionale non particolarmente elevato".