
Luca Schiera, Paolo Marazzi e Fabio Palma
Lecco, 17 dicembre 2016 - Una parete di 1.100 metri mai salita, in un luogo praticamente inaccessibile, della quale esiste solo una foto, e fra l’altro presa di sbieco: eccolo l’obiettivo della nuova mini spedizione per la nuova stagione patagonica dei Ragni di Lecco. Paolo Marazzi e Luca Schiera, entrambi comaschi, partiranno verso la metà di febbraio per un’avventura nella valle del Rio Turbio, in Argentina, dove sorge la parete del Cerro Mariposa, settecento chilometri a Nord della zona più nota del Cerro Torre.
«Non ci sono praticamente informazioni sulla parete.Abbiamo impiegato tre mesi per recuperare anche solo una fotografia - ha spiegato Paolo Marazzi durante la presentazione nella mattinata di ieri nella sede della Camera di Commercio di Lecco -. A settembre ero in Groenlandia con un gruppo di canadesi. Uno di loro mi ha mostrato una foto di quel posto. Erano stati lì e avevano salito un avancorpo della parete, ma non erano riusciti ad attaccare la parete vera e propria». Schiera e Marazzi non c’hanno pensato due volte. Sarà un’impresa già arrivare ai piedi della parete perché per l’avvicinamento dovranno farsi accompagnare con i cavalli, camminare per chilometri, attraversare fiumi con un canotto gonfiabile e anche un lago per arrivare ai piedi del loro obiettivo.
Per non parlare poi del ritorno, quando dovranno anche ridiscendere le rapide di un fiume. Tutto con settanta chili a testa di materiale necessario a sopravvivere lì per quaranta giorni. «È una zona di esplorazione - continua Marazzi -.Tutte le foto che abbiamo della parete non sono frontali quindi è impossibile capire la linea di salita». «Dovremmo essere completamente autonomi - continua Schiera -. Tutto dovrà essere perfetto perché ci troveremo in due da soli a settanta chilometri dal villaggio più vicino».
In realtà saranno due le spedizioni dei Ragni, perchè nel frattempo anche Matteo della Bordella, Matteo Bernasconi e David Bacci partiranno per il Cerro Murallón il 10 gennaio. Anche loro puntano ad aprire una nuova via su una parete molto tecnica, con una logistica complicata.