Lecco, quattro morti in montagna in un mese e mezzo: "Attenti, il ghiaccio è un’insidia"

Dall’inizio dell’anno una cinquantina gli interventi del Soccorso alpino. I punti in ombra, nonostante la scarsa neve, sono pericolosi

Sos in montagna: un intervento degli operatori del Soccorso alpino

Sos in montagna: un intervento degli operatori del Soccorso alpino

Lecco - Quattro morti in montagna in un mese e mezzo. Da inizio anno i soccorritori del Soccorso alpino e speleologico della XIX Delegazione Lariana, la più importante per territorio, numero di interventi e volontari, hanno recuperato i cadaveri di quattro persone che hanno perso la vita sulle montagne lombarde. L’ultimo a morire è stato l’altro ieri Francesco Luiso: 33enne originario di Aversa che si era trasferito a Milano per lavorare all’ufficio dell’Agenzia delle entrate. E’ precipitato per 300 metri, giù nel canalone di sinistra del Grignone, una delle vette più amate e frequentate dagli appassionati delle cime lecchesi, che richiama escursionisti e scalatori da tutta la Lombardia e anche oltre. L’anno scorso le vittime della montagna sono state 35.

Gli interventi di salvataggio sempre dei tecnici sempre della XIX Lariana – composta dalle stazione di Dongo, Ceresio, Lecco, Pavia Oltrepo, Triangolo Lariano, Valsassina e Valvarrone e di Varese – sono stati invece una cinquantina. In tutto il 2022 erano stati 487. Di più della metà si sono occupati i soccorritori della stazione di Valsassina e Valvarrone, che festeggiano i 40 anni di attività: la stazione di Valsassina e Valvarrone è stata infatti istituita nel 1983 dalla fusione delle stazioni di Barzio, Dervio e Premana. Degli altri interventi invece si sono fatti carico soprattutto i colleghi delle stazioni di Lecco e del Triangolo Lariano. Una ventina di interventi sono stati per cadute e infortuni, sei per malori in quota, altrettanti per assistere persone sfinite non più in grado di proseguire né di tornare indietro in sicurezza.

"Questo è un periodo delicato in cui andare in montagna – avverte Marco Anemoli, delegato responsabile della XIX Lariana del Soccorso alpino e speleologico lombardo -. I versanti a sud, esposti al sole, sono "pelati", senza neve, lo si vede a occhio, ma in quelli a nord e in ombra ci sono neve e ghiaccio, anche a quote non elevate". Per questo per muoversi in sicurezza in questa stagione bisogna intanto conoscere la differenza tra i ramponi e i cosiddetti ramponcini: i ramponcini da escursionismo non sono adatti per le attività alpinistiche, sono indicati solo per sentieri facili e con pendenze minime, mentre in montagna sul ghiaccio bisogna avere i ramponi veri e propri.