Pessime condizioni per i profughi della Bosnia

Picchiati dalla polizia di frontiera croata, ricevono aiuti solo dalle associazioni umanitarie che raggolgono cibi e abiti

Migration

In questi giorni l’associazione ARPA (Associazione Regina della Pace) ha effettuato una raccolta di viveri e denaro a favore dei migranti che si trovano nel campo Lipa di Bihac in Bosnia. Perché? Al confine tra Bosnia e Croazia si trovano attualmente qualche migliaio di migranti, tra cui circa 1000 minorenni, provenienti principalmente da Afghanistan, Siria e Pakistan, la maggior parte dei quali vive in "campi profughi". Queste persone hanno scelto la "rotta balcanica" per cercare una vita migliore in Europa. La Bosnia è infatti solo un luogo di passaggio: tutti sono diretti verso le nazioni dell’UE, preferibilmente Italia, Germania, Francia e Spagna.

Il confine tra Bosnia e Croazia è controllato, perché la Croazia fa parte dell’UE, mentre la Bosnia è un Paese extracomunitario. Le guardie di confine spesso sono armate e respingono con violenza, anche decine di volte, i migranti che tentano il "game" - così i migranti chiamano il tentativo di oltrepassare la frontiera - anche se nella realtà non ha nulla di paragonabile ad un gioco.

I ragazzi della scuola "Cittadini" di Calolziocorte sono venuti a conoscenza della situazione perché il 23 dicembre 2020, nel campo di Lipa, è scoppiato un incendio che ha distrutto i luoghi dove risiedevano molte delle persone in transito. Centinaia di migranti, rimasti al gelo, sono stati così costretti a rifugiarsi nei boschi vicini, dove hanno costruito ripari di fortuna, mentre le autorità bosniache cercavano di trovare loro una sistemazione alternativa e tra la popolazione locale si diffondeva la paura che così tante persone ammassate potessero creare tensioni e scontri.

Tuttavia la situazione è critica anche nei campi. Una tenda può infatti ospitare fino a 40 profughi e ciò significa avere a disposizione circa 3 metri quadrati ciascuno. Lunghe ed estenuanti sono le file per il cibo, distribuito grazie agli aiuti di associazioni umanitarie: l’ultimo della fila ci impiega ben due ore prima di ricevere un panino e un barattolo di carne in scatola. C’è un "bagno", o meglio un semplice gabinetto, ogni 100 persone, ma l’acqua per lavarsi spesso manca. Per scaldarsi viene alimentato il fuoco anche con rifiuti di plastica, perché, anche se il fumo è nero e inquina, riscalda maggiormente. Le forti nevicate e il freddo pungente durante questo inverno non hanno di certo contribuito a migliorare la situazione. La rotta balcanica, come percorso migratorio, esiste da tanti anni, ma molti non se ne ricordano finché non succedono catastrofi come l’incendio del campo di Lipa. Finché non ne hanno parlato in classe, gli studenti della scuola "Cittadini", addirittura, come tante altre persone, non sapevano nulla della difficile condizione della Bosnia e di molti altri Stati dove i migranti transitano in cerca di un futuro migliore.

Vista la drammatica situazione, tutti noi possiamo donare all’associazione ARPA e alle altre organizzazioni umanitarie cibo e soldi per queste persone bisognose di aiuto.